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Istat: “Produzione industriale in calo, ma cresce l’occupazione”

Nella media del trimestre maggio-luglio -0,2% industria su tre mesi precedenti. Ma +390 mila assunzioni a termine, -33 mila tempo indeterminato

Pubblicato:12-09-2018 09:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:32
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ROMA – A luglio 2018 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,8% rispetto a giugno. Nella media del trimestre maggio-luglio il livello della produzione registra una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo fa sapere l’Istat. L’indice destagionalizzato mensile mostra diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative segnano i beni strumentali (-2,2%), i beni di consumo (-1,7%) e i beni intermedi (-1,2%); in misura più contenuta diminuisce l’energia (-0,8%). Corretto per gli effetti di calendario, a luglio 2018 l’indice è diminuito in termini tendenziali dell’1,3% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di luglio 2017). Nella media dei primi sette mesi la produzione è cresciuta del 2,0% su base annua.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a luglio 2018 una lieve crescita tendenziale solamente per il raggruppamento dei beni strumentali (+0,7%); variazioni negative si registrano, invece, per i beni intermedi (-2,2%), i beni di consumo (-1,9%) e l’energia (-1,4%). I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono l’attività estrattiva (+2,8%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+1,3%). Le maggiori flessioni si registrano invece nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,4%), nella industria del legno, della carta e stampa (-5,8%), nella metallurgia e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (-2,8%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,8%).

SALE OCCUPAZIONE SECONDO TRIMESTRE, +1,7% IN UN ANNO

Il secondo trimestre 2018 “si caratterizza per un deciso aumento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente, in un contesto di diminuzione della disoccupazione e dell’inattività”, prosegue Istat. Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro “si inseriscono in una fase di lieve decelerazione della crescita del Pil (+0,2% in termini congiunturali e +1,2% su base annua) rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti”. La crescita economica è in Italia “più lenta di quella dell’economia dei paesi dell’area Euro, cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% nel confronto con il secondo trimestre del 2017”. In Italia la crescita economica è associata a un aumento relativamente elevato dell’input di lavoro, che aumenta in misura più intensa rispetto al prodotto sia su base congiunturale (+0,7%) sia in termini tendenziali (+1,5%). Dal lato dell’offerta di lavoro, nel secondo trimestre del 2018 l’occupazione cresce a ritmi sostenuti rispetto al trimestre precedente (+203 mila, +0,9 punti) a seguito dell’ulteriore aumento dei dipendenti a termine, della stabilità dei lavoratori a tempo indeterminato e della ripresa degli indipendenti. Il tasso di occupazione aumenta di 0,5 punti, portandosi al 58,7%. Nei dati mensili più recenti (luglio 2018), al netto della stagionalità, il numero di occupati mostra una lieve flessione rispetto a giugno 2018 (-0,1%) e il tasso di occupazione rimane stabile.


L’andamento tendenziale mostra una crescita di 387 mila occupati (+1,7% in un anno), concentrata tra i dipendenti a termine a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (+390 mila e -33 mila, rispettivamente) e della crescita degli indipendenti (+30 mila). Nel secondo trimestre del 2018 l’incidenza dei lavoratori dipendenti a termine sul totale dei dipendenti raggiunge il 17%. Persiste da quindici trimestri l’incremento degli occupati a tempo pieno; tornano ad aumentare i lavoratori a tempo parziale, esclusivamente nella componente involontaria, la cui incidenza sale al 63,7% (+3,1 punti) dei lavoratori a tempo parziale e all’11,9% del totale degli occupati (+0,6 punti). Nel secondo trimestre 2018 prosegue la crescita dell’occupazione e del relativo tasso per i giovani di 15-34 anni, verificata a livello sia congiunturale sia tendenziale. L’aumento dell’occupazione, benché diffuso per genere e ripartizione, è più intenso per le donne e nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione diminuisce sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima, così come quello di inattività. Nei dati mensili di luglio 2018, in termini congiunturali, la diminuzione del tasso di disoccupazione si associa all’aumento di quello di inattività. Nel confronto tendenziale, per il quinto trimestre consecutivo prosegue – seppure con minore intensità – la diminuzione dei disoccupati (-34 mila in un anno, -1,2%) che riguarda soltanto il Mezzogiorno, interessa entrambi i generi e gli individui fino a 49 anni. La forte riduzione tendenziale degli inattivi di 15-64 anni (-394 mila, -2,9%) è invece diffusa per genere, territorio e classe di età.

Nei dati di flusso aumentano gli ingressi nell’occupazione sia dalla disoccupazione sia dall’inattività; l’incremento coinvolge soprattutto gli uomini, i giovani di 25-34 anni, gli individui con elevato livello di istruzione e i residenti nel Nord. Dal lato delle imprese, prosegue la crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,4% sul trimestre precedente e del 2,5% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. L’aumento delle posizioni lavorative è tuttavia associato a una diminuzione delle ore lavorate per dipendente dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,4% su base annua. Continua, inoltre, la flessione del ricorso alla cassa integrazione. Il tasso dei posti vacanti, aumenta sia su base congiunturale sia su base annua, rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti percentuali. Il costo del lavoro cresce dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento più sostenuto degli oneri sociali (+1,5% su base congiunturale e +4,3% su base annua) rispetto a quello delle retribuzioni (+0,4% su base congiunturale e +1,9% su base annua).

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