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Italia maglia nera nei fondi per l’istruzione: nessuno spende così poco tra i paesi Ocse

La spesa in Italia è infatti pari al 7,1% del totale della spesa pubblica, in calo del 9% rispetto al 2010

Pubblicato:12-09-2017 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:40

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ROMA – Italia maglia nera per gli investimenti nell’istruzione. La spesa in Italia è infatti pari al 7,1% della spesa pubblica, il dato più basso tra i paesi Ocse, in calo del 9% rispetto al 2010. E’ il dato, riferito al 2014, diffuso dal Rapporto Education at a Galance 2017 presentato oggi in contemporanea in 40 Paesi nel mondo.

“Il modo più corretto di vedere l’investimento pubblico nella formazione del nostro Paese – spiega alla Dire Francesco Avvisati dell’Ocse – è rapportarlo al numero degli studenti delle varie fasce di istruzione; quando facciamo questo confronto vediamo che per l’istruzione primaria la spesa per studente è vicina alla media Ocse, nell’istruzione secondaria è leggermente al di sotto e qui – precisa – stiamo parlando di dati del 2014 che quindi precedono le ultime misure legate alla buona scuola e al fondo per l’edilizia scolastica del governo Renzi”.


La vera differenza rispetto agli altri Paesi “riguarda l’istruzione terziaria – evidenzia Avvisati – siamo oltre il 30% sotto la media Ocse. Ci sono non solo meno studenti ma molte meno risorse investite, il che si può vedere anche dal rapporto tra numero di studenti per insegnante che è molto al di sopra della media Ocse”.

Se infatti per la scuola primaria l’investimento pubblico nel 2014 è stato pari a 8.442 dollari americani – quasi come la media Ocse pari a 8.7333 dollari – e nella scuola secondaria 8.927 dollari contro i 10.106 di media Ocse, la spesa per la formazione universitaria e terziaria nel suo complesso è pari a 11.510 dollari contro i 16.143 della media Ocse.

Il rapporto Education At Galance 2017 dell’Ocse, presentato oggi a Roma nella sala delle colonne alla Luiss, esamina 40 Paesi e per questo “è uno dei lavori più utili – sottolinea Attilio Oliva del’Associazione Treellle – perché senza questi dati nessuno sa dove è situato il proprio Paese rispetto agli altri. Dal confronto su molti indicatori previsti – tra cui quelli di spesa, di partecipazione, di risultati – la classe politica e le agenzie governative possono trarre indicazioni importanti sulla direzione in cui muoversi”.

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