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Ambiente, WWF lancia manifesto ‘S.O.S.’ per un futuro umano sostenibile

Raworth: "Per difendere l'ambiente serve economia redistributiva"

Pubblicato:12-09-2017 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:40

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ROMA – Un S.O.S. “per un futuro umano sostenibile”. A lanciarlo è il WWF Italia in occasione della Aurelio Peccei Lecture 2017 che, in questa edizione, ha avuto come protagonista l’economista Kate Raworth, autrice del saggio “L’economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo”, che ha aperto un grande dibattito a livello internazionale. L’iniziativa che annualmente è organizzata dal WWF Italia e dal Club di Roma e che quest’anno ha avuto la collaborazione di Novamont, si è svolta alla Camera dei Deputati.

Proprio partendo dalle analisi del volume della Raworth e da una solida documentazione scientifica nel campo della scienza della sostenibilità il WWF ha lanciato il manifesto appello per uno Spazio Operativo e Sicuro, appunto S.O.S., che impegna chi lo sottoscrive, ovviamente ognuno per la propria parte, a dare operatività agli accordi della comunità internazionale, in particolare per quanto riguarda l’applicazione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi; a contribuire all’attuazione della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile presentata all’High Level Political Forum delle Nazioni Unite lo scorso luglio e che, con il coordinamento della Presidenza del Consiglio, deve essere declinata in azioni concrete e efficaci per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030; di agire a favore dell’eliminazione dell’utilizzo dei combustibili fossili come fonti energetiche, favorendo così i processi di de-carbonizzazione della nostra economia.


Il manifesto chiede, inoltre, di favorire la transizione ad un sistema economico “capace di una visione di lungo periodo che abbandoni l’assunzione di un’infinita espansione dei consumi di energia, di materie prime e di trasformazione dei sistemi naturali” e che, attraverso la revisione dei propri obiettivi di impresa, di pubblica amministrazione, di comunità, “consideri le nostre città, i nostri territori e il nostro pianeta come casa comune e luogo per realizzare un benessere equo e sostenibile”.

Il documento impegna, inoltre, a riconoscere la centralità del capitale naturale (risorse naturali, biodiversità, ecosistemi e loro servizi) come base essenziale per il nostro benessere. L’S.O.S. del WWF chiede di impegnarsi ad avviare processi produttivi che imitino i processi circolari della natura che la tradizionale impostazione economica ha reso di fatto processi lineari, alla fine dei quali si producono scarti, rifiuti e inquinamento oltre che di favorire lo sviluppo di una contabilità nazionale, territoriale e d’impresa capaci di considerare pienamente l’impatto delle attività umane sul capitale naturale e di fornire misure più adeguate della performance economica misurata attraverso il PIL, in grado di cogliere anche il benessere delle persone e la dinamica degli ecosistemi.

Il manifesto per l’S.O.S. che potrà essere sottoscritto da istituzioni, aziende e organizzazioni che ne condividano i principi ha già ottenuto importanti sottoscrizioni. Tra i primi firmatari ci sono, infatti, aziende del calibro di Barilla, Mutti, Novamont, Sofidel, Unilever Italia e Wind Tre.

“Il manifesto per l’S.O.S. che abbiamo lanciato oggi per il WWF- dice Donatella Bianchi, presidente WWF Italia- è un documento importante e ambizioso che ci auguriamo incontri oltre al consenso delle imprese anche il sostegno dei cittadini e delle istituzioni. Il fatto che tra i primi firmatari del manifesto per lo Spazio Operativo e Sicuro ci siano aziende importanti oltre ad essere un fatto positivo rappresenta uno stimolo ulteriore nel percorso per la costruzione di un benessere e di un futuro sostenibile per noi e per le nuove generazioni. Le sfide che abbiamo davanti per salvare il Pianeta non solo sono urgenti e centrali ma coinvolgono tutti gli attori economici, sociali, politici e culturali: per questo è necessario un cambiamento straordinario, un cambiamento che riguarda tutti e di cui tutti dobbiamo essere protagonisti”.

RAWORTH: PER DIFENDERE L’AMBIENTE SERVE ECONOMIA REDISTRIBUTIVA

La società vista “come una ciambella”, col ‘buco’ al centro che indica il vuoto in cui non si deve mai precipitare e i bordi attorno che segnano il limite tollerabile dell’impatto ambientale. Usa questa ormai fortunata similitudine Kate Raworth, economista dell’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford e del Cambridge Institute for Sustainability Leadership oltre che membro del Club di Roma, alla Camera ad un incontro organizzato dal WWF per una lettura in cui ripercorre i punti del suo saggio, ‘L’economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo’, e disegna una società in bilico tra il ‘buco’ e i bordi.

“All’esterno della ciambella abbiamo tutti i nostri limiti mondiali- spiega l’economista- bisogna lavorare per far sì che la Terra non diventi un luogo a noi ostile. Per questo dobbiamo lavorare e i nostri figli ne saranno riconoscenti, non si ricorderanno mica di Trump e Brexit…”. Secondo Raworth ormai “abbiamo ‘sforato’ su quattro argomenti: cambiamento del clima, uso dei fertilizzanti, perdita del suolo, perdita della biodiversità, e non conosciamo bene i livelli dell’inquinamento chimico”.

L’invito rivolto alla società “è fare in modo che la nostra economia sia generativa, e non degenerativa come nel ‘900 quando prendevi un materiale, lo usavi e lo gettavi via. Questo modo di fare distrugge i cicli planetari, dobbiamo invertire la tendenza verso un’economia circolare e una natura che si possa rigenerarsi”. Questa, secondo l’economista, “è un’epoca planetaria e dobbiamo ragionare in termini mondiali. Non dobbiamo più farci guidare dall’idea di una crescita lineare, ma di sistema redistributivo”, termina.

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