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Terremoto, il Comune di Amatrice querela Charlie Hebdo. Saviano: “Non si riparte così”

ROMA - Fa discutere la scelta del Comune di

Pubblicato:12-09-2016 13:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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charlie_hebdo_terremotoROMA – Fa discutere la scelta del Comune di Amatrice di querelare il giornale satirico francese Charlie Hebdo per la vignetta al vetriolo pubblicata all’indomani del sisma del 24 agosto, che ha causato quasi 300 morti al confine tra Lazio, Marche e Umbria. L’immagine vedeva i terremotati disegnati sporchi di sangue oppure anche morti e sepolti dalle macerie, accostati ad altrettanti piatti di pasta.

IL SINDACO DI AMATRICE: “LI DENUNCEREMO ANCHE IN FRANCIA”

Una scelta “giusta”, ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ai microfoni di Rainews 24 a proposito della querela che il Comune di Amatrice ha presentato contro Charlie Hebdo. “Il ‘ciclostilato’, lo chiamo così perché un giornale per me è un’altra cosa, è giusto che si prendesse la querela. Hanno offeso la nostra comunità e l’Italia“. E non solo: “Li denunceremo anche in terra francese. Se vinciamo, i fondi andranno per la ricostruzione o per le famiglie in difficoltà”.

ZINGARETTI: “PIROZZI HA FATTO BENE”

“A mio giudizio Pirozzi ha fatto bene, perché c’è stato un elemento di indignazione e, se una comunità così colpita si sente ferita, è giusto che questo abbia anche un risvolto molto concreto come quello di una querela”. A dirlo e’ il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commentando la querela sporta dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, contro la vignetta che la rivista satirica francese Charlie Hebdo ha pubblicato all’indomani del terremoto. “I diritti sono sempre due- aggiunge Zingaretti- c’è il diritto di espressione, ma anche il diritto a essere tutelato nella propria dignità. E farlo attraverso la legge mi sembra la maniera più giusta e corretta”.


SAVIANO: “NON E’ IL MODO GIUSTO PER RIPARTIRE”

“La satira non deve far ridere, ma riflettere. La querela che il Comune di Amatrice ha presentato contro Charlie Hebdo per le due vignette è una reazione al dolore, ma forse non è il modo giusto per ripartire“. Lo scrive su facebook Roberto Saviano in un lungo post in cui spiega che “la prima vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto che ha colpito le regioni dell’Appennino centrale ha dato fastidio soprattutto perché, in maniera macabra, ha veicolato un messaggio semplice: quando si costruisce male o quando non ci sono piani di emergenza in zone ad alto rischio, quello che non mettiamo nel conto, ma che può succedere, è la tragedia”. “Questa prima vignetta- prosegue- ha colpito al cuore chi nel terremoto ha perso molto, ha perso tutto. E l’Italia solidale, che attorno alla tragedia s’è stretta, non ha potuto trattenere un moto d’indignazione nei riguardi della redazione di Charlie Hebdo che pure non ha avuto vita facile. Però, quella prima macabra vignetta, non l’ho letta come una manifestazione di superiorità o di razzismo, o come la volontà di fare del male, ma come la constatazione di un dato di fatto: a fare danni non è stata la natura ma gli abusi edilizi, gli edifici pubblici costruiti senza rispettare i criteri antisismici e quelli solo apparentemente messi in sicurezza”.

SAVIANO: “CHARLIE HEBDO HA SBAGLIATO A RISPONDERE, LA SATIRA NON DEVE GIUSTIFICARSI”

savianoImg01Poi, dice ancora Saviano, “l’indignazione ha indotto (non certo costretto) ‘Charlie Hebdo’ a rispondere con un’altra vignetta. Questa personalmente l’avrei evitata perché scomposta, perché la satira non dovere giustificare se stessa, ne diventare didascalica. L’avrei evitata non perché di cattivo gusto, ma perché estremamente superficiale. ‘Non le ha costruite Charlie Hebdo le vostre case, ma la mafia’: se per mafia si intende malcostume e irregolarità, ci può anche stare”. Però, dice ancora, “l’abuso edilizio di privati cittadini, la mancata messa in sicurezza di edifici pubblici non è mafia, sono crimini, crimini tremendi dettati da malcostume, superficialità, volontà di profitto e (non ultimo) dalla crisi e dalle scarse risorse, ma non è mafia. Ecco perché a Charlie Hebdo direi: Attenzione! Se tutto è mafia nulla più è mafia“.

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