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Mense scolastiche, no ai cibi etnici per 1 italiano su 4. Leggi il sondaggio Coldiretti/Ixè

Quasi un italiano su quattro (23 per cento) è contrario alla distribuzione di cibi etnici nelle mense scolastiche anche se una maggioranza del 43 per cento è invece favorevole mentre il 29 per cento è indifferente al problema o non risponde. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ all’inizio dell’anno scolastico

Pubblicato:12-09-2015 09:39
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:32

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cibo etnicoQuasi un italiano su quattro (23 per cento) è contrario alla distribuzione di cibi etnici nelle mense scolastiche anche se una maggioranza del 43 per cento è invece favorevole mentre il 29 per cento è indifferente al problema o non risponde. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ all’inizio dell’anno scolastico. Quello della mensa – sottolinea la Coldiretti – è uno degli aspetti della vita scolastica piu’ sentiti da nonni e genitori con oltre la metà degli studenti fino a 13 anni iscritti alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che pranza a scuola o tutti i giorni o nei giorni in cui è previsto.

Tra i contrari, la paura che i bambini non gradiscano il cibo spaventa il 35 per cento mentre il 61 ritiene che la cucina italiana sia la migliore del mondo. Al contrario – continua la Coldiretti –  tra i favorevoli ai cibi etnici l’86 per cento sottolinea l’importanza di avvicinarsi e conoscere nuove culture.

“In ogni caso- afferma la Coldiretti  il 52 per cento degli italiani considera il costo delle mense scolastiche adeguato mentre per il 25 per cento è eccessivo. La situazione è meno netta sul piano della valutazione della qualità che per il 23 per cento è positiva, per il 42 per cento appena sufficiente e per il 20 per cento negativa, mentre il 14 per cento non risponde. Una netta maggioranza dell’83 per cento- continua la Coldiretti- ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi piu’ sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 13 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di piu’”.


Una criticità emerge infatti sul piano dell’impegno della scuola alla qualità alimentare che il 35 per cento di genitori e nonni giudica insufficiente.

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