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Cerroni (Giovani Pd): “Noi forza progressista, ai social preferiamo le piazze”

Caterina Cerroni: "Al Partito Democratico chiediamo spazio. Vogliamo un Pd ambientalista e femminista"

Pubblicato:12-08-2022 17:02
Ultimo aggiornamento:12-08-2022 17:02

Caterina Cerroni Giovani democratici
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“L’attivismo deve essere rappresentato da forze che chiedono il cambiamento. Come può un partito conservatore che guarda al passato, fare gli interessi dei giovani?”. Caterina Cerroni, trent’anni, è il volto giovane del Partito democratico. Ma non vuole essere identificata solo con la sua età. Contano le idee, quelle che porta avanti da quando, a 15 anni, inizia ad avvicinarsi ai movimenti di sinistra, per poi iscriversi al Partito democratico subito dopo la maturità. A 19 anni entra nel Consiglio Comunale di Agnone, la sua città, e poi nei Giovani democratici. Alle ultime elezioni europee è stata la più giovane candidata nelle liste del Partito democratico in Italia. Ora, proverà a fare il salto: le elezioni politiche del 25 settembre.

Non so se sarò inserita nelle liste, ci proveremo, ho alle spalle il sostegno di tutta l’organizzazione giovanile che vuole esprimere un rappresentante. Ma non si è ancora definito un collegio, è tutto da vedere“, spiega all’agenzia di stampa Dire. Eppure i Giovani democratici questa volta sono intenzionati a ritagliarsi un loro posto nel partito dei big, e in questi giorni hanno lanciato una campagna per chiedere al Pd “candidature eleggibili, come accade per i rappresentanti delle organizzazioni giovanili dei partiti progressisti di ogni parte d’Europa”, hanno scritto nel loro appello. “In passato abbiamo molto sofferto per non avere una parte attiva nel partito. Ora abbiamo avanzato una richiesta di rappresentanza, per riconoscere un impegno costante all’interno dell’organizzazione. È una battaglia importante su cui ci sono state delle aperture, ma certamente il taglio dei parlamentari e la prospettiva politica incerta non aiutano. Stavolta però- assicura Cerroni- avvertiamo da parte del gruppo dirigente la volontà di fare una scelta di rottura. Lo abbiamo visto con le amministrazioni locali, dove molti giovani hanno trovato rappresentanza. Adesso però c’è bisogno di stabilire una regola per dare più spazio ai ragazzi e ragazze che militano del partito giovanile

UN PROGRAMMA PER I GIOVANI

Abbassare l’età della rappresentanza, per Caterina Cerroni, vuol dire parlare con più consapevolezza ai giovani di oggi, e portare nei Palazzi i problemi della scuola, del precariato, dell’ambiente. “Vogliamo rendere l’istruzione più accessibile e favorire l’emancipazione giovanile: salario minimo, estensione dei diritti, stage pagati, un bonus per gli affitti e scuola obbligatoria fino ai 18 anni“. E poi libri di testo in comodato d’uso e trasporti pubblici gratuiti per i giovani. “Queste sono le misure che il Pd porterà avanti e che abbiamo condiviso anche con le organizzazioni studentesche- dice la leader dei Giovani democratici- Per Meloni pensare ai giovani vuol dire obbligarli ad accettare qualsiasi proposta di lavoro. Per noi, significa indirizzarli verso apprendistati retribuiti, verso un concetto di lavoro diverso”.


IL PESO ELETTORALE DEGLI UNDER25

Secondo Cerroni, anche se non tutti i partiti sembrano accorgersene, in questa tornata elettorale “i giovani faranno la differenza, perché per la prima volta più di 6 milioni di under 25 voteranno per il Senato“. Per portarli al voto, il Pd punta a sottolineare quanto già è stato fatto, come il bonus psicologico (“una prima misura, ma importante”) e su quanto ancora vorrebbe fare, soprattutto sul tema dell’ambiente. “Prima eravamo in un governo di unità nazionale, adesso bisogna prendere posizioni più radicali sul tema del clima. Questo è quello che ci chiedono le nuove generazioni- continua Cerroni- e il Pd vuole essere un partito ambientalista. Ci sono scelte che non si possono più rimandare, sempre tenendo insieme il concetto di sostenibilità ambientale e sociale”. Più giovani, quindi, più ambiente, e più femminismo. Perché “il tetto di cristallo esiste, anche all’interno del partito. Le donne ci sono, ma non sono quelle che guidano il processo decisionale. Ora vogliamo essere quelle che decidono. Sarebbe bello se ci fossero più donne ai vertici, e, in generale, più profili femministi”. Ora non resta che convincere gli under25 ad andare a votare. Per farlo, i giovani democratici utilizzano ovviamente le piazze virtuali: newsletter, Facebook, Instagram. “Ma noi continuiamo a preferire le piazze reali- conclude Caterina Cerroni- siamo sui social, ma manteniamo un approccio tradizionale. Sono convinta che parlare con le persone, confrontarsi, sia ancora uno strumento efficace“.

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