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Acquaroli scrive a Bianchi per il nodo delle scuole nelle aree montane delle Marche

Il governatore: "Abbiamo chiesto al ministro la possibilità di agire in deroga alla normativa"

Pubblicato:12-08-2021 12:53
Ultimo aggiornamento:12-08-2021 12:53
Autore:

francesco acquaroli
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ANCONA – “Insieme all’assessore Giorgia Latini, abbiamo scritto al ministro della Pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, per sottolineare una vicenda che racconta una problematica che vivono le Regioni con aree interne e montane. Comunità che annualmente vedono vacillare le scelte in materia scolastica e di diritto all’istruzione a causa di meri criteri matematici e numerici che non tengono conto delle particolarità dei nostri territori“. Lo scrive sui social il presidente di Regione Marche, Francesco Acquaroli, che rimarca come sia necessario “verificare la possibilità di agire in deroga alla normativa in attesa che si possa giungere a breve a un intervento legislativo che sia più aderente alle reali esigenze locali dei territori”.

Quindi il governatore entra nello specifico: “Abbiamo raccontato al ministro la vicenda di uno studente minorenne, residente in uno dei comuni tra i più colpiti dal terremoto, che per motivazioni personali molto importanti ha scelto di iscriversi ad un istituto superiore di Tolentino. L’iscrizione non è andata a buon fine perché, per ragioni numeriche, non sono state aperte le classi prime e non è stata prevista la possibilità di creare una classe articolata, consigliando al giovane studente di optare per una sede scolastica a Civitanova, ad oltre 90 chilometri dalla sua abitazione”.

Questa vicenda, sottolinea l’ex parlamentare, “racconta una criticità che costantemente viviamo sui nostri territori, soprattutto quelli montani e colpiti dal sisma, dove ogni anno si lotta per garantire ai cittadini il minimo diritto allo studio e l’apertura delle classi“.


Pertanto, conclude Acquaroli, “abbiamo chiesto al ministro di verificare la possibilità di agire in deroga alla normativa, in attesa che si possa giungere a breve a un intervento legislativo che sia più aderente alle reali esigenze locali dei territori. È incredibile che nel 2021 non sia garantito a tutti il diritto allo studio e in particolare alle fasce di popolazione più fragili”.

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