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VIDEO | Offese all’Islam su Facebook causano scontri e morti in India

Tre le persone che hanno perso la vita negli scontri tra forze di polizia e gruppi di manifestanti scesi in strada nella citta' indiana di Bengalore, nello stato meridionale di Karnataka

Pubblicato:12-08-2020 11:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:45
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ROMA – Sono almeno tre le persone che hanno perso la vita negli scontri tra forze di polizia e gruppi di manifestanti scesi in strada nella citta’ indiana di Bengalore, nello stato meridionale di Karnataka, per protestare contro un post apparso su Facebook ritenuto offensivo nei confronti del Profeta Mohammad. Il contenuto incriminato e’ stato poi cancellato da Facebook, mentre l’autore del post e’ stato arrestato. Secondo il quotidiano locale The Times of India, a pubblicare il commento all’origine delle proteste e’ stato il nipote di un deputato all’Assemblea legislativa locale, appartenente al partito di opposizione dell’Indian National Congress (Inc), la cui casa e’ stata data alle fiamme dalla folla. I manifestanti hanno anche attaccato una stazione di polizia e bruciato diversi veicoli. Secondi il commissario di polizia locale, Kamal Pant, “la polizia non ha avuto altra scelta che far fuoco e tre persone hanno perso la vita”. Il funzionario ha detto alla stampa locale che 110 persone sono state arrestate. Fra le persone messe in stato di arresto dalla polizia, riferisce sempre Times of India, ci sono anche sei esponenti del Social Democratic Party of India (Sdpi), partito politico connesso all’organizzazione di matrice islamista del Popular Front of India (Pfi), ritenuto da alcuni estremista. Numerosi gli inviti alla calma arrivati dalla politica. Uno dei leader dell’Inc locale, Dinesh Gundu Rao, ha invitato i manifestanti ad attendere che “la giustizia faccia il suo corso”, evidenziando che la violenza “non e’ la risposta”.

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