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VENEZIA-  In base alle indagini della Digos di Verona, gli indagati sono stati ritenuti “incapaci di contenere i propri impulsi e veicolare le proprie idee in modo pacifico”; l’essere in gruppo e un gruppo li incitava a ricorrere alla violenza come “modalitĂ di affermazione delle proprie idee e di sopraffazione sull’avversario”. Si legittimavano l’un con l’altro in questo. FinchĂ©, stamattina, la Polizia di Stato di Verona ha fatto scattare gli arresti domiciliari per sei veronesi e un trentino, tra i 19 e i 27 anni, nell’ambito di un’indagine che vede coinvolte 29 persone per episodi in cui vengono contestati a vario titolo i reati di lesioni, violenza privata, minacce, danneggiamento pluriaggravati e porto di oggetti atti ad offendere. Annuncia tutto una nota della Questura di Verona specificando che i sette sono “tutti noti” alla Forze di Polizia sempre per atti violenti alcuni dei quali compiuti in ambito sportivo.
Oltre alla militanza nei contesti dell’estremismo di destra scaligero, infatti, alcuni gravitano anche nel gruppo Ultras “North Side” del Chievo Verona. Nel disporre la misura cautelare, il Gip ha voluto sottolineare come molti degli indagati abbiano commesso i fatti nonostante fossero giĂ stati denunciati in stato di libertĂ e fossero destinatari di provvedimenti amministrativi del Questore, facendo emergere “totale sprezzo per le guardie”, come definiscono i poliziotti. “Sulla base dei gravi indizi di colpevolezza rilevati e dall’aggressivitĂ delle condotte poste in essere”, spiega la Questura, il gip ha ritenuto di applicare gli arresti domiciliari riconoscendo “un quadro di pericolositĂ sociale di apprezzabile gravitĂ tale da poter fondatamente ritenere la possibile reiterazione di ulteriori reati della stessa specie”. Gli esempio di casi precedenti, infatti, non mancano.
La Questura attribuisce ai sette l’aggressione in via Mazzini ad un giovane nel contesto di una “lotta alle baby gang”, le violenze contro alcuni tifosi marocchini in Corso Porta Nuova ai tempi delle fasi finali del mondiale di calcio in Qatar e l’agguato durante la “Festa in Rosso” a Quinzano a luglio 2023. Per alcune di queste azioni, come nell’episodio con i tifosi marocchini, il giudice ha riconosciuto l’aggravante dell’odio e della discriminazione razziale. In quella circostanza rimasero coinvolti diversi giovani marocchini, con lesioni e danneggiamenti alle auto su cui viaggiavano. A luglio 2023 a margine della “Festa in Rosso” di Quinzano ci furono invece l’esplosione di un ordigno rudimentale ordigno e le violenze sui partecipanti con bastoni e bottiglie di vetro.
La Questura con una nota segnala anche che due degli arrestati, piĂą recentemente, sono stati identificati tra i 67 tifosi italiani che lo scorso 15 giugno a Dortmund -prima della partita Italia-Albania degli Europei- sono stati intercettati dalle autoritĂ tedesche, supportate da funzionari di Polizia italiani, prima di aggredire un gruppo di supporter albanesi. Avevano passamontagna, bombe carta e “materiale atto ad offendere”; tutti i tifosi sono stati sottoposti ad un fermo preventivo. Su uno dei due veronesi fermati in Germania- tra l’altro- pesava giĂ un Daspo internazionale. Il questore di Verona, Roberto Massucci, ha parlato di “un’operazione importante per riaffermare principi di legalitĂ volti a stroncare azioni di violenza e prevaricazione aggravate dall’odio etnico e rese piĂą odiose dalla vigliacca modalitĂ del branco. Le nostre attivitĂ di monitoraggio ed intelligence proseguono e proseguiranno in quegli ambiti caratterizzati da estremismi di qualsiasi natura e da dinamiche da stadio che riguardano contesti ultras dell’intera provincia veronese”.
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