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Altaroma, ecco i designer di Showcase tra sostenibilità e innovazione

Ferilli Eyewear, Giovanna Quaratino e Reamerei raccontano la filosofia dei loro brand

Pubblicato:12-07-2022 19:00
Ultimo aggiornamento:15-07-2022 09:48

showcase altaroma
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ROMA – Il ‘savoir faire’ dei giovani designer di Altaroma ha a che fare non solo con la creatività ma anche con l’innovazione, un impegno quello dei brand ospiti alla Roma Fashion Week che va nella direzione della sostenibilità. Oltre all’unicità di un capo o di un accessorio, le nuove generazioni del fashion sono ‘politicamente’ schierate a favore dell’ambiente. Comprare meno e meglio è la direzione necessaria da prendere, il rispetto per il pianeta per i nuovi nomi della moda made in Italy passa anche per l’armadio. Negli spazi di ‘Showcase’ dedicati agli emergenti e agli indipendenti del settore, la Dire ha incontrato alcuni designer per conoscere filosofia e consapevolezza produttiva delle loro collezioni.

Cristiano Ferilli, designer di Ferilli Eyewear, ha spiegato alla Dire come realizza i suoi occhiali con le piante di fico d’India, un elemento indissolubilmente legato al territorio pugliese da cui arriva. Innovazione e sostenibilità sono le prerogative del brand. “Il fico d’India è una pianta infestante e i contadini sono costretti a intraprendere un percorso di sfoltimento: è da qui che noi prendiamo la materia prima, la fibra di fico d’india. Disidratiamo la pala ancora verde rispettando il ciclo vitale della pianta e iniziamo la lavorazione con cui otteniamo le forme degli occhiali. Il risultato è un materiale sostenibile e innovativo non ancora utilizzato nel settore del fashion per realizzare accessori o altro”.

Giovanna Quaratino per le sue borse ‘made in Basilicata’ utilizza tessuti prodotti tra gli anni ’60 e gli anni ’80 e fuori produzione. Accessori unici realizzati a mano da sarte specializzate. “La filosofia cardine del mio brand è ridare nuova vita e un design particolare a qualcosa di già esistente ma soprattutto cercare di trasmettere la consapevolezza all’acquirente di comprare meno ma meglio”.


C’è poi il trio di Reamerei, brand fondato da Marzia Geusa insieme a Enrico Micheletto e Davide Melis. Velluto, denim rigenerato e maglieria ‘upcycle‘ sono protagonisti di una collezione genderless che guarda verso un futuro non-binary e decisamente punk. “Reamerei- spiega Enrico Micheletto- è una parola inventata. Potrebbe ricordare un verbo al condizionale, una parola magica o d’amore. Diamo una nuova vita a pezzi di recupero: i nostri concetti principali sono fluidità e trasformazione, lavoriamo sulla trasformazione non solo dei materiali ma anche del corpo”.

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