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Draghi: “No a un mio governo senza M5S, ma con gli ultimatum non riusciamo a lavorare”

Ieri alla Camera il M5S non ha partecipato alla votazione sul dl Aiuti, il voto al Senato di giovedì sarà decisivo per la tenuta dell'esecutivo

Pubblicato:12-07-2022 17:06
Ultimo aggiornamento:13-07-2022 16:08
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di Luca Monticelli, Edoardo Romagnoli

ROMA – “Queste fibrillazioni sono importanti, ma il governo riesce a lavorare. Lo dico a chi a settembre promette sfracelli: un governo con ultimatum non lavora”, ha dichiarato il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua”, ha aggiunto.

Ieri alla Camera dei deputati, i ‘grillini’ dopo aver votato la fiducia al Governo, non hanno partecipato al voto sul Dl Aiuti che è passato grazie agli altri partiti della maggioranza. Berlusconi ha quindi chiesto una “verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il Governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”. In serata poi il premier Draghi è salito al Colle per conferire con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Giovedì il Dl Aiuti arriva in Senato e lì i grillini non potranno attuare la stessa strategia di ieri perché non è ammesso il voto disgiunto rispetto alla questione di fiducia, quindi a palazzo Madama si deciderà se cadrà o meno il governo Draghi.

Tornare in Parlamento a chiedere la fiducia se il M5s non parteciperà al voto in Senato? “Primo: lo chieda al presidente Mattarella. Secondo: ho già detto che per me non c’è un governo senza 5 stelle. Terzo: ho già detto che non c’è un governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare”, ha proseguito il premier.

DRAGHI: SALVINI? SE STARE NEL GOVERNO È UNA SOFFERENZA MEGLIO ESSERE CHIARI

“Se si ha la sensazione che sia una sofferenza straordinaria stare al governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari”, ha dichiarato il premier rispondendo a una domanda su Matteo Salvini.

L’INCONTRO LETTA-DRAGHI A PALAZZO CHIGI

Il segretario del Pd Enrico Letta questo pomeriggio ha incontrato il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. “Letta portatore di buone notizie? Potrebbe essere piacevole… No, abbiamo parlato della situazione politica ma non mi ha dato buone o cattive notizie su M5S”, ha risposto il premier ai giornalisti.

DRAGHI: RISPOSTE SUBITO, PRIMA CHE INFLAZIONE ABBIA EFFETTO SU CONSUMI

“Il decreto di luglio un anticipo della finanziaria? Sono risposte che si devono dare immediatamente, non ha senso aspettare la finanziaria. A dicembre l’effetto della diminuzione del reddito si è già avuto senza alcuna mitigazione”. Se c’è una riduzione del reddito, “questo ha un effetto sui consumi, cominciano a flettere, e questo lo vediamo già in alcuni paesi”, ha spiegato il premier.  “Al momento non è necessario uno scostamento di bilancio“, ha aggiunto Draghi.

DRAGHI: DIFENDERE PENSIONI E SALARI, SERVE UNITÀ CON PARTI SOCIALI

“La nostra economia sta andando meglio delle attese”, rispetto ad altri paesi, “ma l’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie e aumenta i costi delle imprese soprattuto nel settore manifatturiero”, ha spiegato il premier. “Dobbiamo difendere pensioni e salari, per far questo occorre essere insieme e un coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”, ha aggiunto.

DRAGHI: MISURE STRUTTURALI SU TAGLIO CUNEO PER REDDITI BASSI

Servono “misure strutturali per incrementare il netto dei salari, occorre ridurre il carico fiscale a partire dai redditi più bassi, vogliamo intervenire in maniera decisa all’interno degli spazi della finanza pubblica”, ha proseguito Draghi.

DRAGHI: HA GIÀ FATTO MOLTO, 33 MLD STANZIATI PER FAMIGLIE

“Il governo ha fatto già molto per le famiglie: sono stati stanziati 33 miliardi di euro per contrastare gli aumenti dei prezzi dell’energia sui più fragili, un tempo erano cifre di una o due finanziarie”. 

DRAGHI: CONTRATTI SCADUTI DA OLTRE 3 ANNI, NON È ACCETTABILE

“Con i sindacati abbiamo parlato anche del rinnovo dei contratti collettivi. L’osservazione che ho fatto è che la contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non è accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 anni, altri addirittura da 9 anni. Negli ultimi mesi importanti rinnovi, per esempio nel settore chimico e farmaceutico, sono stati fatti. Ora dobbiamo rinnovarne altri, come quelli nel commercio e nei servizi”. Draghi ha poi continuato parlando del salario minimo: “I lavoratori che non sono coperti dai contratti collettivi vivono in una situazione di incertezza e vulnerabilità, noi tutti – il governo e le parti sociali – dobbiamo agire in favore di questi lavoratori”.

DRAGHI: ITALIA CONTINUA A CHIEDERE STRUMENTI UE, 160MILA RIFUGIATI

“Continuiamo a porre il problema in ogni Consiglio Europeo, in ogni occasione di riunione, continuiamo a porre il problema e la necessità di avere una capacità fiscale comune, che sostanzialmente è la possibilità che sia la Commissione a finanziarsi sui mercati per poter poi prestare, non si parla più di aiuti ma di prestare, i soldi ai vari Paesi Ue per avviare programmi che riguardano l’energia, gli investimenti pubblici, in altre parole per ripetere, solo per la parte prestiti, quello che è stato fatto per il Pnrr”, ha dichiarato ancora il premier. “È una discussione- ha aggiunto Draghi- che vede le opinioni dei vari Paesi spaccate e quindi noi continueremo a parlare di questo: quanto più la situazione viene resa difficile, anche per mancanza di questo intervento europeo, tanto più si attenua, per forza, comprensibilmente, la sensibilità dei cittadini verso la guerra in Ucraina. Il governo italiano, e io personalmente, stiamo lavorando continuamente alla possibilità, ad esempio, di avere un meccanismo tipo Sure. Nello stesso tempo i governi che sono alleati o amici dell’Ucraina continuano a fare il loro dovere di sostenere sia gli ucraini, sia i rifugiati che in Italia continuano ad arrivare, oggi siamo circa a 160mila”.

DI MAIO: M5S CI DICA SE È DENTRO O FUORI DAL GOVERNO

Gli incontri che ci sono stati con i sindacati in questi giorni sono molto importanti perché partiranno tre tavoli su: salario minimo, precarietà e cuneo fiscale, che devono servire ad alleggerire gli effetti di questa crisi economica inedita sui cittadini italiani. Però dobbiamo lavorare seriamente e non ci può essere una forza politica che dice ‘forse giovedì mi astengo’, ci dicano se sono dentro o fuori”, ha dichiarato il leader di Italia per il futuro, Luigi Di Maio, in un punto stampa a margine di un incontro alla Camera di Commercio di Chieti Pescara.

Le imprese italiane hanno problemi con le materie prime, con l’energia, con il costo del lavoro e l’inflazione, rispetto a tutto ciò il teatrino della politica non serve a nulla, sta solo allontanando i cittadini dalle istituzioni. Sono contento che all’interno del M5s ci siano tanti parlamentari che non condividono la linea di far cadere il Governo e mandare il Paese in esercizio provvisorio”, ha proseguito Di Maio.

“Come Governo abbiamo bisogno di stabilità per portare a casa dei provvedimenti che possano fermare l’inflazione- ha aggiunto- che permettano alle famiglie di non perdere il potere d’acquisto, che consentano alle imprese di calmierare i costi dell’energia. Invece ci troviamo nell’ennesima crisi in cui c’è una forza politica, il Movimento 5 stelle, che sta generando instabilità e che sta mettendo a repentaglio degli obiettivi che dobbiamo raggiungere per il Paese”.

“Far cadere il Governo in questo momento- ha continuato Di Maio- vuol dire mancare la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, mandare in esercizio provvisorio il Paese perché non riusciremo a fare la legge di bilancio, significa bloccare il Paese, perdere i soldi del Pnrr e impedire di fare i decreti legge che servono per quei provvedimenti che devono aiutare famiglie e imprese. Non si può pensare di affrontare l’argomento giovedì in Senato come se fosse una cosa da nulla, giovedì c’è una verifica di maggioranza e deve essere una verifica di maggioranza perché noi dobbiamo metterci a lavorare”. “Anche sui tavoli internazionali- ha concluso il ministro degli Esteri- abbiamo bisogno della massima compattezza della maggioranza per portare a casa i successi che servono per fronteggiare gli effetti economici di questa crisi”. 

RENZI: DRAGHI BIS SENZA M5S O ELEZIONI MEGLIO DEI RICATTI GRILLINI

Ancora più duro nei confronti del M5s è stato Matteo Renzi nella sua Enews. “Se i grillini vogliono restare, bene. Se se ne vogliono andare, è meglio un Draghi Bis politico o un Draghi Bis tecnico che per i prossimi dieci mesi sistemi PNRR, legge di bilancio e politica estera, in attesa che si concluda la guerra. Se questa soluzione non è percorribile, meglio andare subito al voto: meglio le elezioni dei ricattucci grillini”, ha dichiarato il leader di Italia Viva. “Insopportabile la pagliacciata dei Cinque Stelle. Draghi ha un punto di forza straordinario e unico: la sua reputazione. Non la perda per inseguire chi, come Conte, assomiglia sempre più a un clown che non fa ridere”, ha aggiunto.

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