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Roma racconta Domiziano, a Villa Caffarelli la storia dell’imperatore contestato

Dopo i marmi Torlonia, i Musei Capitolini tornano a raccontare la Roma antica

Pubblicato:12-07-2022 13:33
Ultimo aggiornamento:12-07-2022 13:51

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ROMA – Sono i sentimenti contrastanti per eccellenza, odio e amore, a scandire la nuova mostra dedicata all’imperatore Domiziano che animerà Villa Caffarelli da domani, 13 luglio, al 29 gennaio 2023. Dopo i marmi Torlonia, i Musei Capitolini tornano a raccontare la Roma antica, le sue contraddizioni, le sue riforme e i suoi personaggi chiave attraverso una serie di esposizioni curate dagli esperti della Sovrintendenza Capitolina, tornata da pochi giorni a essere guidata da Claudio Parisi Presicce. Proprio lui, nel suo precedente ruolo di direttore dei Capitolini, ha curato questa mostra, coprodotta con il Rijksmuseum van Oudheden dell’olandese Leiden, che si chiama ‘Domiziano imperatore. Odio e amore’ e che presenta quasi cento opere provenienti da alcuni dei più importanti musei italiani e internazionali. Le 15 sale espositive ripercorrono la storia di Domiziano, principe e tiranno condannato dalle fonti e dai suoi contemporanei, ma capace di riforme importanti come quella dell’amministrazione.

“Aveva appena 30 anni quando diventò imperatore- ha spiegato Presicce- Pochissimi avevano la sua età quando furono nominati, Vespasiano ne aveva 60, Claudio 51. È probabile che la sua giovane età sia stata uno dei motivi che hanno creato conflitti con l’aristocrazia senatoria. Eppure- così ancora il sovrintendente- Domiziano fu il primo ad aumentare la paga dei soldati e a ragionare su come fosse meglio organizzare l’amministrazione della casa imperiale. Ebbe la capacità di immaginare una Roma diversa, nonostante le fonti gli siano avverse“.

Secondo figlio di Vespasiano, Domiziano organizzò anche una riforma urbanistica con la ricostituzione di alcuni spazi dell’Urbe, senza dimenticare il Colosseo, di cui Domiziano completò la costruzione. “Alle pendici del Quirinale- ha specificato Presicce- realizzò il Foro transitorio e lo dedicò a Minerva, Foro che poi fu intestato a Nerva che lo inaugurò. E poi Domiziano realizzò una sorta di santuario della gens Flavia proprio là dove era nata, sul Quirinale”. E dal Templum gentis Flaviae arrivano alcuni pezzi presenti in mostra, tra cui una straordinaria Testa colossale di Tito.


Il racconto della vita di Domiziano è affidato a 58 opere provenienti dalla mostra di Leiden, a cui se ne aggiungono 36 dell’edizione capitolina. “A Roma il progetto della mostra è stato concepito secondo le esigenze della città e abbiamo per questo costituito un gruppo di lavoro”, ha detto ancora. L’esposizione fa parte di un ciclo di iniziative della Sovrintendenza volte alla conoscenza della Roma antica. “L’idea è di abbattere le barriere cognitive che ci sono in questo ambito”, ha spiegato infine il sovrintendente. “La dimensione internazionale di questo lavoro contribuirà al grande successo che spero abbia questa mostra- ha aggiunto l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor– e spero anche che i dati ci consentano di prolungarla”.

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