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A sei anni dal disastro ferroviario tra Andria e Corato il ricordo delle 23 vittime

Il dolore dei parenti: "Fa male essere qui, ogni anno è una ferita che sanguina"

Pubblicato:12-07-2022 12:49
Ultimo aggiornamento:12-07-2022 14:57
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BARI – “Il 12 luglio 2016 era un martedì. Esattamente come oggi. E oggi come allora il dolore è lo stesso.
Di mio figlio non so cosa mi hanno consegnato in un sacchetto: c’era in brandello del suo pantalone e poche altre cose, pezzi”. La voce di Francesco Caterino si interrompe, si spezza. Perché suo figlio Luciano era il macchinista di uno dei due treni che sulla tratta ferroviaria tra Andria e Corato, a nord di Bari, si scontrarono il 12 luglio di sei anni fa. Un impatto tremendo, frontale che fece 23 morti e 51 feriti.

I nomi delle vittime sono scritti in rosso sui binari e su piccoli pezzi di legno che sono stati appesi ai rami degli ulivi che sono ancora oggi a fare da riparo al dolore di chi, straziato dalla perdita di un figlio, di un fratello, di una sorella è qui e cerca conforto.

“Essere qui e condividere questo immenso dolore aiuta”, dice una signora mentre a un ramo appende il pezzo in legno su cui si legge Enrico.

“Luciano aveva realizzato il suo sogno di diventare macchinista – continua Francesco che stringe la mano di sua moglie – oggi, domani, per sempre è con noi ma quello che ci ha lasciato è un vuoto che non si colmerà mai”.

Sui binari ci sono mazzi di fiori e biglietti. “Ciao Michele, te ne sei andato con l’ultimo treno. Insieme ad altri 22 compagni di viaggio, sei partito per un’ultima destinazione. Vi chiediamo perdono per non avervi dato sicurezza e giustizia su questa terra”, si legge su un foglio bianco con le parole in inchiostro rosso.

“Dobbiamo non solo giustizia alle vittime ma anche alle nostre comunità che da sei anni vivono il dolore della morte e il disagio di una tratta ferroviaria chiusa, che procede lenta”, afferma Giovanna Bruno sindaca di Andria.Per Genova e per il ponte Morandi è stata fatta una legge speciale e in un anno la situazione è stata ripristinata. Qui invece nulla è cambiato, siamo dimenticati perché forse siamo a Sud di un Paese distratto”, le fa eco il primo cittadino di Corato, Corrado De Benedittis.

Tra i familiari delle vittime c’è chi non regge al troppo strazio e chiede di essere portato via. In lacrime. “Fa male essere qui, ogni anno è una ferita che sanguina”, continua Bruno.
Dalle 11 alle 11:30 in ricordo della strage ferroviaria, gli operai che ad Andria lavorano all’interramento ferroviario hanno spento le macchine e posato gli utensili: mezz’ora di stop dei lavori per ricordare le 23 persone che attendono giustizia.

“Fa rabbia assistere alle udienze del processo- evidenziano altri parenti- sempre le stesse vacue domande che suonano come uno schiaffo al nostro dolore”.

Alle 11.06, orario dell’incidente, commemorazione anche a Bari. “Non abbiamo deposto una corona ma 23 rose rosse per ricordare ognuna di quelle vite spezzate – le parole del sindaco di Bari Antonio Decaro – quello che è accaduto 6 anni fa, brucia ancora sulla nostra pelle. Dobbiamo dare ancora delle risposte, anche giudiziarie e spero che il processo possa darle presto”.

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