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Migranti, dal festival Sabir appello per la scuola: “Sia inclusiva”

Fari puntati sulla scuola durante il panel 'Istruzione pubblica e giovani di origine straniera' organizzato nell'ambito del Sabir Festival

Pubblicato:12-06-2020 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:29

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ROMA – “Si parla tanto di ripresa economica ma si dimentica che è proprio investendo nella scuola che l’economia trae beneficio. Per questo l’Italia deve fare un salto di qualità normativo per i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia): vanno garantite risorse economiche permanenti e bisogna porre fine a criticità quali gli organici ridotti e mancanza di sedi. Solo così si darà una risposta concreta per l’integrazione dei tanti migranti, minori e non, residenti in Italia“. A dirlo è Alessandro Rapezzi, segretario della Federazione lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil, intervenuto al panel ‘Istruzione pubblica e giovani di origine straniera’ organizzato nell’ambito del Sabir Festival.

Il webinar si è concentrato proprio sul ruolo strategico giocato da Cpia nel favorire l’inclusione dei migranti stranieri non accompagnati (Msna) – oltre 5.000 in Italia – e dei neomaggiorenni, nonché sulle sfide che il settore ha incontrato nel periodo dell’emergenza Covid. Rapezzi ha insistito “sull’importanza sociale e di motivazione” dei numerosi studenti stranieri presenti nei Cpia, che spesso lasciano i propri paesi proprio “con l’obiettivo di studiare”. I Cpia però, come molte realtà legate dell’integrazione dei migranti, ha subito i tagli imposti dai due Decreti Salvini.


webinar sabir migranti


Per il segretario Flc Cgil, bisogna infine “lavorare per l’equipollenza dei titoli di studio stranieri“, data l’alta presenza di studenti già formati nei Paesi di origine. Nel corso del webinar anche Anna Bucca di Arci Sicilia, docente presso il Cpia di Palermo, ha sollecitato le istituzioni affinché ai Cpia sia data la possibilità di rilasciare certificati di competenza in lingua italiana superiori al livello A2, “al momento disponibili solo presso costosi corsi non gratuti in università e presso la società Dante Aligheri”.

A testimoniare le sinergie positive che legano i Cpia e il mondo della scuola al terzo settore sono stati Franco Lorenzoni e Sarah Martelli. Lorenzoni è maestro elementare e membro di Saltamuri, piattaforma che riunisce decine di enti, associazioni e ong “fondata nel 2018 per rispondere, attraverso l’educazione come strumento di integrazione, a quell’ondata di discorsi d’odio e atti razzisti a cui assistiamo nel nostro Paese”.

Martelli ha invece illustrato l’esperienza in Italia di Upshift, programma dell’Unicef già realizzato in 12 Paesi, che punta a dotare di competenze trasversali in ottica imprenditoriale i giovani migranti e neomaggiorenni. “Abbiamo formato 470 studenti – ha detto Martelli – da cui sono nate 22 idee”.

L’emergenza Covid-19 ha obbligato ad impiegare la Didattica a distanza (Dad) anche nei Cpia e per i beneficiari di Upshift, ai quali sono state offerte due app specifiche per seguire i corsi di italiano e le altre attività. Un’esperienza, ha concluso Martelli, “da cui abbiamo capito che, soprattutto per gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni, l’insegnamento virtuale è difficoltoso, soprattutto se non hanno sufficienti competenze linguistiche e digitali”.

L’incontro si è concluso con l’intervento del sottosegretario all’Istruzione Giuseppe De Cristofaro. “Spero che i prossimi Stati generali dell’economia considerino il sistema scolastico un pilastro della nostra società” ha detto il dirigente. “Vorrei che una cifra equivalente al 10 per cento del Recovery Fund che ci dara’ l’Unione Europea fosse investito nell’istruzione, la ricerca e il contrasto alla dispersione scolastica, compresi i Cpia che contribuiscono a rafforzare quell’idea secondo cui la scuola è un luogo aperto, che integra e favorisce l’inclusione”.

Quanto all’abrogazione dei decreti Salvini, per De Cristofaro “è necessaria” così come è importante “rilanciare la riforma dello ius soli”. De Cristofaro ha concluso: “Non basta che la politica si ‘inginocchi’, come abbiamo visto fare all’indomani dell’uccisione di George Floyd: dalla politica devono arrivare risposte“.

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