NEWS:

Bentornata sulla Terra AstroSamantha

Alle 15.44 dell'11 giugno la navicella Soyuz è correttamente atterrata nella steppa del Kazakhstan, riportando a casa i

Pubblicato:12-06-2015 15:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:23

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Alle 15.44 dell’11 giugno la navicella Soyuz è correttamente atterrata nella steppa del Kazakhstan, riportando a casa i tre membri dell’Expedition 42/43. Il primo astronauta ad uscire è stato il russo Anton Shkaplerov, seguito dalla nostra Samantha Cristoforetti e dallo statunitense Terry Virts, a pollici alzati.   Il viaggio dalla Stazione spaziale internazionale alla Terra è durato tre ore. La Soyuz, conosciuta anche come taxi spaziale, si è distaccata dal più grande laboratorio mai costruito nello Spazio alle 12.21. Si è inserita nella stessa orbita della Stazione percorrendola una volta e mezza e poi, dopo circa due ore e mezza, ha avuto luogo il ‘deorbit burn’, vale a dire quel processo che rallenta la navicella e le permette di iniziare la sua discesa. Quando mancavano 140 chilometri al suolo terrestre, due moduli della Soyuz si sono distaccati per disperdersi nello Spazio e il modulo con l’equipaggio a bordo ha continuato la sua corsa di rientro, frenata dall’apertura dei due paracadute a una decina di chilometri dall’arrivo. Il taxi spaziale ha così decelerato fino ai 20 chilometri orari per poi rallentare ulteriormente grazie all’accensione dei retrorazzi. A quel punto la Soyuz era stata già intercettata dagli elicotteri russi.

L’impatto è “come quello di una 500 che si scontra contro un tir a folle velocità”, spiegano dall’Asi riprendendo l’immagine suggerita dall’astronauta italiano Paolo Nespoli e poi confermata da Luca Parmitano. Una volta aperto il portellone i tre sono stati più volte fotografati e poi estratti con l’indispensabile aiuto dei vari team giunti sul posto. Per loro era impossibile muoversi autonomamente a causa del brusco ritorno alla gravità. Cristoforetti e Virts, dopo le foto di rito, le analisi del sangue e una breve cerimonia con le autorità kazake, sono partiti immediatamente per Houston.  Al momento dell’uscita dal portellone del capitano dell’Aeronautica militare un membro della squadra di soccorso composta da europei e russi ha urlato ‘Viva l’Italia’. E dell’Italia in questi mesi Cristoforetti è diventata il simbolo migliore, quello di chi, grazie a competenze, capacità e coraggio ha portato avanti la ricerca scientifica.


Il capitano Cristoforetti, apparsa subito sorridente, torna a Terra come la donna dei record. E’ lei, già prima donna italiana a volare sulla Stazione, ad essere rimasta nello Spazio per più tempo tra tutte le colleghe astronaute: 199 giorni. Ed è sempre lei a detenere il record di permanenza per un astronauta dell’Esa in un’unica missione. Non solo. Samantha Cristoforetti verrà ricordata anche per essere stata la prima a gustare un caffè in orbita. E’ successo il 3 maggio, quando ha preparato la tipica bevanda italiana grazie all’esperimento Isspresso, realizzato da Argotec con il supporto di Lavazza e in partenariato con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) con lo scopo di studiare il comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità.

La sua missione, ‘Futura‘, ha seguito 9 esperimenti interamente italiani, i cui risultati saranno utili nel campo della medicina, della scienza e della tecnologia. L’aspetto scientifico è stato chiaramente centrale, ma della missione ‘Futura’ sono tanti i momenti che resteranno nella Storia. Cristoforetti è stata probabilmente l’astronauta italiana più attiva a livello di comunicazione. Dalle splendide foto cinguettate via Twitter al seguitissimo diario di bordo sul sito ‘Avamposto 42’, fino ai frequenti interventi in televisione, dal collegamento- in differita- con il festival di Sanremo alla capriola su Raitre a ‘Che tempo che fa’ , dal video in cui canta ‘Imagine’ alla foto con la tuta di Star Trek.  E poi ancora, collegamenti con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con quello del Consiglio Matteo Renzi, con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e con decine di scuole. Un’attività instancabile, sei mesi e 19 giorni vissuti a pieno, senza risparmiarsi, sia dal punto di vista della ricerca che di quello della comunicazione. E il suo viaggio, c’è da scommetterci, non si ferma qui.

Le news di questa settimana

ECCO I TRE CANDIDATI PER LE PROSSIME MISSIONI DELL’ESA

Esopianeti, fisica dei plasmi o Universo a raggi X. Sarà uno tra questi tre il protagonista della missione di classe media dell’Esa in programma per il 2025. La rosa è stata eletta nell’ambito del programma Cosmic vision, incaricato di segnare il futuro dell’osservazione spaziale con una prospettiva di lungo termine. “La selezione di questi tre temi per una futura missione- spiega Alvaro Giménez, direttore di Scienza e Esplorazione robotica dell’Esa-, è un passo importante per proseguire nella presenza a lungo termine dell’Esa nello Spazio. Tutte e tre le proposte offrono la possibilità di affrontare le più rilevanti domande della Scienza riguardo al nostro posto nell’Universo”. Le tre idee sono state scelte in un gruppo di 27. Dopo un periodo di studio volto a definirne i dettagli tecnici e scientifici, una tra queste tre sarà selezionata. Solar Orbiter, Euclid e PLATO sono già state programmate come missioni di classe media per partire nel 2018, nel 2020 e nel 2024.

 

NUOVE IMMAGINI DEI PUNTI LUMINOSI DI CERERE

La sonda Dawn della Nasa ha fornito delle nuove dettagliate immagini di quello che, attualmente, rende il pianeta nano Cerere un unicum nel Sistema solare. Si tratta delle misteriose macchie luminose individuate sulla sua superficie. Le immagini sono state ottenute grazie alla seconda orbita di Dawn dedicata alla mappatura del pianeta nano, a 4.400 chilometri dal suolo. La regione interessata dalla presenza degli incomprensibili punti luminosi si trova in un cratere largo 90 chilometri. Le zone all’attenzione degli scienziati sono formate da tanti diversi punti luminosi di differente misura, disposti attorno a un ammasso centrale. Fino ad oggi nessuno ha trovato risposta: non si sa ancora che cosa siano e perché siano lì.

SENTINEL 2A E’ IN PARTENZA

Nella base di Kourou, in Guiana francese, è tutto pronto per il lancio del secondo satellite europeo del programma Copernicus. L’appuntamento con il debutto nello Spazio di Sentinel-2A è fissato per il 23 giugno. A portarlo in orbita sarà Vega, gioiellino del Made in Italy. Sentinel 2 ha la caratteristica di possedere strumenti avanzati che permetteranno una prospettiva tutta nuova sul nostro pianeta, di cui saranno scandagliati tanto il suolo quanto la vegetazione. Tra questi strumenti anche un imager multispettrale ad alta risoluzione con 13 bande di spettro. Il secondo satellite dei due previsti, il Sentinel 2B, sarà invece pronto per il lancio nel 2016. Copernicus è il programma di osservazione della Terra che monitora costantemente il nostro pianeta, fornendone immagini e indicazioni preziose anche in caso di disastro naturale.

FALLITO ESPERIMENTO DELLA NASA PER TESTARE L’ATTERRAGGIO SU MARTE

La Nasa prosegue i suoi esperimenti per verificare la fattibilità dell’atterraggio su Marte da parte di una navicella con equipaggio. Il secondo di tre tentativi è però fallito, così come era già andata male la prima volta. Di fatto si tratta di testare l’uso di un paracadute che ha lo scopo di rallentare la velocità supersonica della navicella lanciata, in questo caso, verso l’Oceano, e in futuro, si spera, sul suolo del pianeta rosso. Il paracadute in questione, fanno sapere dalla Nasa, si è aperto ma non si è gonfiato, perdendo così il suo potere di decelerazione e disintegrandosi in atmosfera. L’esperimento ha avuto luogo a largo delle isole Hawaii. Il porgetto si chiama ‘Deceleratore supersonico a bassa densità’ e ciascun esperimento che lo vede protagonista costa 150 milioni di dollari.

di Antonella Salini

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it