NEWS:

VIDEO | Vaccino, Lopalco: “Pfizer? Se si allunga l’intervallo tra le dosi funziona meglio”

Lo dichiara nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa Dire l’epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia

Pubblicato:12-05-2021 18:21
Ultimo aggiornamento:12-05-2021 18:31

Pier Luigi Lopalco
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Sono d’accordo con il Cts. Oltretutto, la storia della vaccinologia ci insegna che quando si allunga l’intervallo tra le dosi generalmente un vaccino funziona meglio, non peggio”. Risponde così l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia, interpellato dall’agenzia Dire in merito al parere del Comitato tecnico scientifico (Cts), che ha espresso contrarietà per le affermazioni della casa farmaceutica Pfizer, la quale ha invitato a mantenere i 21 giorni di distanza tra la prima e la seconda dose di vaccino anti-Covid.
“Certo, il produttore ha i suoi dati ed è anche legittimato nel dirli- prosegue Lopalco- ma l’esperienza nel Regno Unito, dove si è operato con intervalli diversi tra la prima e la seconda dose, ha dimostrato che funziona lo stesso. Oltretutto in una fase di bassa circolazione del virus, quando ormai l’ondata pandemica è passata, allungare l’intervallo tra le due dosi ‘libera’ tanti vaccini e di conseguenza la possibilità di raggiungere più persone”.

LEGGI ANCHE: Ema conferma: “Sì alla seconda dose Pfizer dopo 40 giorni”

“IL VACCINO PROTEGGE DALL’INFEZIONE, MA NON AL 100%

In merito alla possibilità che chi è vaccinato possa comunque contrarre il virus ed eventualmente trasmetterlo Lopalco precisa: “Come sappiamo tutti i vaccini proteggono in maniera molto elevata nei confronti della malattia sintomatica grave, con tassi di efficacia vicini al 100%. Ma dare una valutazione numerica su quale sia la probabilità che un vaccinato possa infettarsi e avere una carica virale tale da infettare gli altri è molto difficile: diciamo che il vaccino protegge anche nei confronti dell’infezione, ma non al 100%”.
La vaccinazione– prosegue – riduce chiaramente la circolazione del virus e lo dimostrano casi come Israele e Regno Unito, dove la diffusione del virus è stata abbattuta”.


“COPRIFUOCO? ALLENTARLO SE CALA CIRCOLAZIONE VIRUS”

“Esistono degli studi nel mondo – spiega l’epidemiologo – che dimostrano come il coprifuoco insieme ad altre misure, effettivamente ha il suo impatto, perché rientra in quei provvedimenti che mirano a limitare la circolazione delle persone. Chiaramente questo ragionamento va commisurato con la diffusione del virus: quando questa diminuisce allora è possibile fare allentamento. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra l’impatto sull’economia, la funzionalità della società in cui viviamo e la sicurezza sanitaria- aggiunge- che ancora oggi deve essere prioritaria”.

“INDICE RT IN QUESTA FASE HA MOLTO MENO SENSO”

Sull’ipotesi di modificare i parametri di valutazione del rischio per definire i colori delle Regioni Lopalco sostiene che “combinando l’incidenza dei nuovi casi di contagio con l’ospedalizzazione potremmo avere un buon bilanciamento, perché in questa fase l’indice Rt ha molto meno senso”.
L’incidenza da sola– aggiunge – può penalizzare quelle regioni che fanno più tamponi e, di conseguenza, individuano più persone contagiate. Quindi è necessario un equilibrio, affinché l’incidenza sia confrontabile tra l’attitudine alla diagnosi fra tutte le regioni”.

LEGGI ANCHE: Covid, Emiliano: “Parametri da cambiare in base alle vaccinazioni”

“MASCHERINA BUONA PRASSI IN FUTURO DURANTE PICCO INFLUENZA”

“Sarebbe una buona prassi in futuro usare le mascherine durante il picco della stagione influenzale, – sottolinea Lopalco – soprattutto se abbiamo dei sintomi o contatti con persone fragili che non si sono potute vaccinare”.
Secondo l’epidemiologo, il Covid diventerà “uno dei tanti virus endemici che causano ogni anno migliaia di casi di polmonite virale”. A quel punto, la “popolazione umana avrà trovato un equilibrio con questo virus, contro cui non bisognerà più specificatamente difendersi ma semplicemente stare attenti come con le altre malattie che producono patologie respiratorie, che ci hanno sempre accompagnato ma non hanno mai creato il disastro che ha provocato questa pandemia”.

“TRA CLIMA E VACCINAZIONI ESTATE PRATICAMENTE NORMALE”

Confido che la combinazione tra la stagione estiva, poco favorevole alla circolazione del virus, e la vaccinazione ci potrà far avere un’estate praticamente normale”. Sulla possibilità di vaccinare anche i bambini, invece, Lopalco spiega che ci vorrà ancora del tempo: “Ora dobbiamo proteggere anziani e adulti. Progressivamente- conclude- vedremo di pensare ad una vaccinazione più estesa”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it