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La liberazione di Silvia Romano, il ruolo della Turchia e la ‘Qatar connection’

Intervista dell'agenzia Dire alla blogger e cronista di origini somale Shukri Said

Pubblicato:12-05-2020 13:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:18

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ROMA – Non bisogna sopravvalutare il ruolo della Turchia, pure sempre piu’ influente in Somalia, ne’ al contrario sottostimare la connessione con il Qatar, riferimento chiave della galassia islamista: cosi’ all’agenzia Dire la blogger e cronista di origini somale Shukri Said sulla potenza di fuoco di Al Shabaab e sul rilascio di Silvia Romano.

Secondo la giornalista, anche se manca una prova definitiva, sui finanziamenti che l’emirato garantirebbe ai ribelli in lotta contro il governo di Mogadiscio ci sono a oggi indicazioni molteplici. Di rapporti e perfino di un’alleanza si parla comunque da tempo.

“Uno degli episodi piu’ eclatanti segui’ la cattura nel 2013 di Hassan Dahir Aweys, un ex dirigente delle Corti islamiche inserito nella lista Usa dei terroristi che era divenuto uno dei capi di Al Shabaab” ricorda Said. “Fonti attendibili rivelarono che il Qatar chiese che fosse trasferito a Doha, ma gli Stati Uniti e il governo somalo si opposero e in effetti alla fine il prigioniero rimase agli arresti a Mogadiscio”.


Il ruolo turco in Somalia, sempre piu’ significativo, e’ stato confermato nelle prime ricostruzioni fornite dal governo italiano sul rilascio di Silvia Romano. Il lavoro dell’intelligence di Ankara, che avrebbe collaborato perche’ si giungesse alla liberazione, e’ parallelo a una penetrazione geopolitica in corso da tempo.

Il principale ospedale di Mogadiscio e’ intitolato al presidente Recep Tayyip Erdogan e proprio da li’ sono arrivati i medici e gli infermieri in servizio al De Martino, il nosocomio di epoca fascista dove ora sono curati i pazienti affetti da Covid-19.

Turkish Airlines e’ stata la prima compagnia internazionale a riprendere dopo 25 anni i voli su Mogadiscio, mentre i militari di Ankara presidiano l’aeroporto della capitale, nella zona delle ambasciate, dell’Onu e del quartier generale della missione di peacekeeping dell’Unione Africana.

Secondo Said, pero’, “la presenza turca non ha mai fatto un salto di qualita’ tale da garantire un controllo sulle aree controllate o amministrate da Al Shabaab”. Tra le figure chiave del rilascio di Romano ci sarebbe allora Fahad Yasin Haji Dahir, il capo dei servizi somali, gia’ giornalista di Al Jazeera nonche’ consigliere di Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, capo dello Stato sostenuto alle elezioni del 2017.

Secondo Said, autrice di un articolo sulla liberazione della volontaria italiana per il quotidiano La Repubblica, “una decina di giorni fa Fahad Yasin Haji Dahir e’ volato da Mogadiscio a Kismayo, a circa 300 chilometri dal confine col Kenya, col compito ufficiale di favorire un riavvicinamento tra il governo centrale e Ahmed Madobe che Farmajo aveva considerato illegittimamente rieletto per la terza volta a capo dello stato meridionale del Jubaland”.

La blogger continua: “Quel viaggio ha favorito pero’ anche il dialogo per il rilascio di Silvia Romano, con l’acquisizione di un’ulteriore prova della sua permanenza in vita”.

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