NEWS:

Giornata mondiale della fibromialgia, l’impegno di Aifi

Il ruolo del fisioterapista nel trattamento di una sindrome invalidante

Pubblicato:12-05-2019 10:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:27
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – In occasione della Giornata mondiale della fibromialgia, che si celebra oggi, l’Associazione italiana fisioterapisti (AIFI) ribadisce il proprio impegno a supporto delle persone che soffrono di questa sindrome caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, affaticabilità, turbe del sonno e dell’umore, sintomi somatici e cognitivi. La qualità della vita, sia in ambito sociale che lavorativo, risulta notevolmente influenzata e peggiorata e la complessità della sintomatologia necessita di un trattamento multidisciplinare in cui alla terapia farmacologica vengono affiancate l’educazione al paziente, la terapia cognitivo-comportamentale e la riabilitazione. Determinante in questo senso è il ruolo del fisioterapista, il cui obiettivo è interrompere il circolo vizioso dolore-inattività-stress psicologico-dolore, ridurre l’affaticabilità, migliorare la qualità del sonno, la forma fisica e il tono dell’umore. 

“Nella riabilitazione della fibromialgia trovano indicazione le terapie mente-corpo capaci di rimodulare la sensibilizzazione dei centri nervosi del dolore e di quelli a esso collegati (amigdala, ippocampo ecc.) e di conseguenza capaci di normalizzare la percezione corporea”, spiega Caterina Di Felice, fisioterapista a Firenze, membro del Network di interesse specialistico (Nis) di Riabilitazione Reumatologica di AIFI.

La fisioterapia richiede la partecipazione cosciente del paziente al trattamento, perché il ruolo dell’attenzione e della percezione sono fondamentali, e permette di sviluppare consapevolezza corporea e capacità di riconoscere, arginare, dissolvere gli schemi motori alterati e disfunzionali, i correlati fisici associati agli automatismi emotivi e comportamentali. Grazie alla fisioterapia “è possibile ridurre frequenza, intensità e durata del dolore, armonizzare il sistema neurovegetativo, migliorare l’affaticabilità, la qualità del sonno, riducendo le tensioni, le contratture muscolari, le rigidità articolari. Un processo che di conseguenza agisce positivamente sull’umore, riducendo lo stress derivante dalla sintomatologia”.


La fisioterapia, conclude Di Felice, che ha una esperienza ventennale nella cura della fibromialgia, “può aprire varchi al benessere”. In questa prospettiva giocano un ruolo fondamentale la diagnosi precoce, la multidisciplinarietà, la collaborazione del paziente, la formazione di fisioterapisti esperti in fibromialgia.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it