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Restauro e formazione, intesa tra Iscr e Museo russo/ FT

Accordo tra Istituto Superiore e sito Kizhi ospite del San Michele

Pubblicato:12-05-2017 15:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:13

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ROMA –  Una sinergia tra Italia e Russia sotto il segno della cultura. L’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e il Museo di Kizhi hanno sottoscritto un accordo per lavorare a stretto contatto sui temi della conservazione e della formazione.

Nella lista Unesco dal 1990, il sito di Khizi, in Carelia, conserva uno straordinario patrimonio di 83 architetture storiche in legno che ha presentato all‘Istituto del San Michele con una mostra, un convegno e una dimostrazione pratica delle tecniche di lavorazione. Tre giorni di full immersion per celebrare il ritorno della Federazione russa all’interno del Centro Internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali (Iccrom), con cui da sempre l’Iscr collabora strettamente.

LISERRE: “AVVIATO PERCORSO DI CONDIVISIONE”

“Questo incontro- spiega all’agenzia Dire l’architetto Iscr Francesca Romana Liserre– suggella l’importanza del ritorno della Federazione russa nell’Iccrom e la ripresa di un percorso di condivisione“. Una condivisione che l’Istituto Superiore e il Museo di Kizhi porteranno avanti anche sul tema della formazione, grazie alle attività della Scuola di Alta formazione dell’Istituto e del Centro di formazione metodologica per la conservazione dei monumenti in legno inaugurato nel 2014 dal Museo russo.


“L’Iccrom a settembre terrà a Kizhi un corso di restauro delle architetture in legno che si avvale delle grandi capacità tecniche e artigianali gelosamente custodite dal Museo”, racconta Liserre. Un bagaglio prezioso di conoscenze che a Kizhi viene tramandato di generazione in generazione, aggiungendo al patrimonio materiale dei monumenti, quello immateriale fatto di conoscenze tecniche molto complesse. Le dimostrazioni che i conservatori e restauratori russi hanno offerto al pubblico dell’Istituto hanno messo in luce la capacità di lavorare il legno “proprio come si faceva secoli fa. Non vengono usati elementi di connessione metallici- spiega Liserre- e, per evitarli, gli elementi in legno (anche in caso di consolidamenti) vengono incastrati  in maniera molto raffinata”.

Molti i punti di contatto tra la loro politica di conservazione e quella del Mibact, soprattutto per quanto riguarda il paesaggio. “Il Museo è immerso in un luogo straordinario dal punto di vista paesaggistico. Lo tutelano cercando di mantenere le coltivazioni tradizionali e le attività che si sono sempre svolte in quelle zone. Nonostante il numero dei villaggi si sia ridotto- dice ancora Liserre- i responsabili del sito tentano di mantenere vivo il tessuto che ha prodotto quel contesto paesaggistico e architettonico”.

Vivo e aperto anche il dibattito in merito alle tecniche di restauro. “Durante il convegno che si è tenuto questa settimana all’Iscr, con i nostri colleghi russi abbiamo discusso intorno a quale sia il punto limite per conservare gli elementi di un’opera e quando invece è il momento di sostituirli. Per la nostra cultura- spiega- tentiamo di rimandare la sostituzione attraverso diversi tipi di presidio, usando anche le nuove tecnologie. In Russia, invece, hanno una cultura diversa che deriva dalla loro continuità di conoscenza e pratica delle tecniche. Oggi, le strutture in legno vengono realizzate proprio come si faceva secoli fa”.

Grazie all’accordo, Iscr e museo di Kizhi avvieranno uno scambio di collaborazione. “Questa tre giorni è stata il primo step- dice infine l’architetto- L’obiettivo comune è la conservazione dei beni culturali, ma anche l’insegnamento, un altro aspetto che lega queste due realtà. E in futuro, l’intesa siglata prevede anche l’avvio di una serie di gemellaggi”.

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