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M5s sulle barricate contro i vaccini obbligatori

La vicepresidente della commissione Sanità, Raffaella Sensoli, parla di "metodi coercitivi" allo studio della giunta Bonaccini

Pubblicato:12-05-2016 14:25
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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vacciniBOLOGNA – Il Movimento 5 stelle è pronto alle barricate contro i vaccini obbligatori per l’accesso al nido. La vicepresidente della commissione Sanità, Raffaella Sensoli, parla di “metodi coercitivi” allo studio della giunta Bonaccini, che sta preparando un provvedimento per vietare l’iscrizione ai nidi d’infanzia ai figli di genitori ‘obiettori’.

“La giunta faccia un passo indietro sul tema dei vaccini obbligatori per frequentare l’asilo nido. Usare metodi coercitivi per imporre un principio, seppur legittimo, non è mai la scelta migliore. Soprattutto quando per difendere un diritto, quello alla salute, se ne calpestano altri”, scrive in una nota Sensoli, che ha già presentato una interrogazione sull’argomento. “Come abbiamo ribadito più volte, se si vuole diffondere la cultura della vaccinazione va fatto attraverso un’informazione esaustiva, costruendo un rapporto serio e corretto con i pediatri e medici di famiglia”, sottolinea Sensoli. I genitori, secondo i 5 stelle, “non devono essere costretti dal ricatto di una eventuale non iscrizione negli asili nido. Il rischio che corriamo, introducendo questo divieto, è di perdere definitivamente l’occasione di dialogo con queste persone che continuano in ogni caso ad avere dei dubbi”. Nella sua interrogazione, la consigliera regionale cita il caso del Veneto, dove è statsasospesa l’obbligatorietà dei vaccini, mentre altre in altre regioni non esistono sanzioni per i genitori che rifiutino di vaccinare i propri figli.

“Noi- assicura Sensoli- ci muoviamo nel pieno rispetto del principio di legalità, non istighiamo nessuno a non rispettare le norme, ma invochiamo scelte consapevoli, mature ed in linea con i tempi. Non vogliamo nemmeno che sull’onda emotiva di fatti di cronaca, più o meno recenti, si corra il rischio di abusarne e creare un sistema che ancora una volta non informerà adeguatamente i genitori“. Pertanto “chiediamo alla giunta di fare un passo indietro e magari avviare un confronto serio che coinvolga Comuni, Asl e rappresentanti della associazioni”.


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