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A 40 anni sceglie il buddismo, la storia di Valeria: “Placa la guerra dentro”

"La Soka Gakkai ha come obiettivo la pace"

Pubblicato:12-04-2022 15:01
Ultimo aggiornamento:12-04-2022 15:01
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ROMA – “Usciamo da anni difficili, la domanda classica è ‘cosa posso fare io’? Io ho una cosa: la mia vita e posso decidere in ogni momento, in questo istante che direzione dare alla mia esistenza. Voglio portare valore e rispetto per la vita e dignità di ogni essere umano. La Soka Gakkai ha come obiettivo la pace: prima di tutto devo placare la guerra che ho dentro di me“. Sono le parole piene di emozione e consapevolezza con cui Valeria Calvino racconta per la rubrica ‘Donne e spiritualità’ la sua vita cambiata a 40 anni quando ha abbracciato il buddismo dell’Istituto Soka Gakkai dopo un periodo di difficile in cui ha sentito il bisogno “di un cammino spirituale”. È così che ha rivoluzionato tutto.

LA SOKA GAKKAI

“La Soka Gakkai- ha spiegato Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Lirec- conta oltre 95mila aderenti e ha firmato un’intesa con lo Stato italiano, a parte rispetto all’Unione Buddista, nel 2016. Ci sono voluti 13 anni circa “per averla, ha sottolineato. È proprio a partire da questo che Di Marzio, anche psicologa delle religioni, ha sottolineato con stupore come spesso nel dibattito mediatico che va per le maggiore anche su “giornali molto letti e in alcune tv” si tenda a parlare della Soka Gakkai “come setta. Allora uno si domanda- ha proseguito ancora l’esperta- una setta come ha avuto l’intesa con il governo italiano?“.

Si tratta di accuse che feriscono e lasciano sofferenza in chi vive la propria fede che “è un fatto privato e profondo”, come ha ricordato Di Marzio denunciando quelle trasmissioni che tendono a “stigmatizzare” queste fedi. “Nell’Unione buddista italiana, che conta 100mila aderenti circa- ha spiegato la direttrice del Lirec- sono confluiti altri gruppi e ci sono 20 mila aderenti al buddismo etnico che non hanno un’intesa separata. La Soka Gakkai fin dagli anni ’80 ha avuto un buon rapporto con Vincenzo Piga, fondatore dell’Unione buddista italiana e uno degli esponenti della Soka Gakkai inglese è diventato presidente dell’UBI europea”, ha spiegato Di Marzio che ha citato questi esempi per mostrare come “non ci sia nessuna guerra tra i buddismi e anzi la Soka Gakkai- ha aggiunto- partecipa a iniziative umanitarie e ai tavoli di dialogo interreligioso con altre forme di buddismo e altre religioni e questa è un’altra buona notizia che non piace raccontare. Non c’è nessuna guerra“, ha ribadito.


L’INCONTRO DI VALERIA CON IL BUDDISMO

Valeria la sua scelta del buddismo l’ha maturata in un momento particolare della sua vita, anche se prima non era mai stata interessata ad alcun percorso di fede. Viene da una famiglia d’origine senza particolare educazione religiosa, suo marito e sua figlia rispettano la sua scelta. La sua rivoluzione è tutta in queste parole: “Sono stata conquistata dal sentire profondamente la responsabilità della mia vita. Prima avevo sempre dato la ‘colpa’ ad eventi esterni. La preghiera tutte le mattine e tutte le sere non è rivolta a qualcosa di sovrumano, ma si prega per dare una direzione alla propria vita”.

Invece della rabbia o dell’avidità, “se decido di basare la mia vita sulla saggezza, la compassione, il coraggio, la pace… la mia vita si direzione in altro modo”. Non è sempre facile, a volte non ci si riesce, ma in questa “connessione” che c’è tra gli eventi Valeria ha imparato che così “cambiano le cose e anche le persone”.

Ha descritto il suo dispiacere profondo quando sente parlare di Soka Gakkai come di una setta e a fronte di tanti racconti che vanno sempre in una certa direzione ha detto la sua: “Non ho mai subito costrizioni, nemmeno velate o subliminali, per fare qualcosa, non mi sono mai sentita in colpa per non aver fatto qualcosa e non mi sono mai stati chiesti dei soldi“.

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