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Nucleare, Giappone pronto a rilasciare in mare le acque contaminate di Fukushima. Greenpeace: “Rischi enormi”

Per chiedere al Governo di fermarsi, Greenpeace ha raccolto 183.754 firme in Giappone e Corea del Sud.

Pubblicato:12-04-2021 14:54
Ultimo aggiornamento:12-04-2021 14:55

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ROMA – Il governo giapponese, in una riunione che si terrà domani, potrebbe decidere di scaricare nell’oceano 1,23 milioni di tonnellate di acqua radioattiva proveniente da Fukushima. Ad opporsi molte ONG e gruppi di cittadini che chiedono con forza che questa opzione venga accantonata. Per chiedere al Governo di fermarsi, Greenpeace ha raccolto 183.754 firme in Giappone e Corea del Sud.

“Se il Governo dovesse decidere di rilasciare acqua radioattiva nell’oceano, certificherebbe che le audizioni pubbliche e gli incontri con i gruppi di pescatori che lo stesso esecutivo ha tenuto sono stati una pura formalità, dato che l’opinione pubblica è chiaramente contraria a questa eventualità“, dichiara Kazue Suzuki, Campagna Clima ed Energia di Greenpeace Giappone.

“L’attuale regolamento non limita la quantità totale di radioattività da rilasciare e permette di rilasciarne molta solo se diluita. Alcuni dei radionuclidi da rilasciare hanno una durata di vita di migliaia o decine di migliaia di anni. La decisione di rilasciare l’acqua contaminata nell’oceano lascerà enormi problemi per il futuro“, aggiunge Suzuki.


La Tokyo Electric Power Company- TEPCO, la compagnia proprietaria dell’impianto di Fukushima, “sarà responsabile dell’effettivo rilascio dell’acqua radioattiva”, ma “un recente scandalo sull’accesso di personale non autorizzato alla sala di controllo dell’impianto nucleare ha portato a dubbi sull’idoneità della compagnia nel gestire i materiali radioattivi“, si legge nella nota dell’associazione.

“La decisione di rilasciare l’acqua nell’oceano è insostenibile, se consideriamo l’incalcolabile impatto sull’ambiente e sulla comunità e teniamo conto delle capacità di TEPCO”, continua Suzuki. “Il governo giapponese dovrebbe continuare a conservare l’acqua contaminata nel sito di Fukushima Daiichi, mentre sviluppa la tecnologia per rimuovere le radiazioni” conclude.

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