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Ragazza laureata in arte e spettacolo: “Abbiamo il dovere di non arrenderci”

Martina Maiello ha ripercorso i momenti più significativi del suo percorso formativo

Pubblicato:12-04-2021 14:57
Ultimo aggiornamento:12-04-2021 14:57
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Martina Maiello
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ROMA – In principio fu il DASS, ‘Dipartimento di Arti e scienze dello spettacolo’, poi un anno fa, la svolta in SARAS ovvero ‘Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e Spettacolo’. Nonostante il cambio di denominazione, l’obiettivo della facoltà, nel cuore della città universitaria della Sapienza di Roma, è rimasto quello di formare professionisti nell’ambito dello spettacolo e del cinema. Lo sa bene Martina Maiello, giovane neolaureata del DASS, che ha raccontato alla Dire i motivi che l’hanno spinta a intraprendere questo percorso.

Ventiquattro anni ancora da compiere, un’infanzia nella provincia romana ma nel cassetto “il sogno americano”, da realizzare oltreoceano: “Ho iniziato il mio percorso un po’ per caso. Quello che volevo fare dopo le superiori era andare all’estero e cercare fortuna lì. Poi, per problemi, non sono potuta partire e mi sono chiesta cosa potessi fare”, ha raccontato la studentessa. Quei timori sul futuro e quella sensazione di vuoto che spesso affliggono molti studenti al termine degli studi superiori, Martina ha saputo colmarli grazie alla sua passione per il cinema: “Ho sempre amato vedere i film: anche i libri raccontano storie, è vero, ma la potenza visiva dei film è insuperabile”. Così ha rotto gli indugi: “Ho scelto il corso di Arti e scienze dello spettacolo offerto dalla Sapienza perché mi piaceva l’idea di poter costruire un mio personale percorso nel vasto mondo dell’arte”.

Al DASS Martina ha avuto modo di approfondire materie legate tanto al mondo del cinema che del teatro, senza dimenticare gli esami di musica, arte, storia e letteratura: “La prima lezione partiva alle 9: le quattro ore mattutine erano dedicate al cinema, mentre le altre tre rimanenti nel pomeriggio al teatro”. Poi la scintilla, scattata durante il corso di scenografia virtuale: “E’ stato il corso che ho apprezzato di più perché mi ha fornito gli strumenti pratici per creare qualcosa di concreto. La maggior parte dei corsi, d’altronde, ha un’impostazione più teorica durante la triennale”.


Alla corona d’alloro il giorno della sua laurea – qualche giorno fa – Martina non ha voluto rinunciare, nonostante la discussione a distanza e la presenza dei suoi due soli genitori ad assisterla: “Abbiamo cominciato alle tre di pomeriggio e la proclamazione si è conclusa alle 8 di sera. Ero l’unica con una tesi in ambito cinematografico in una commissione composta per intero da professori teatranti, un’esperienza intensa sotto tutti i punti di vista”, dice ridendo.

Alla domanda sui progetti in cantiere per il futuro, Martina fa fatica a rispondere anche se, ammette, il tirocinio curriculare, svolto prima dello scoppio della pandemia, sembra averle aperto una nuova inaspettata strada: “L’attività che ho svolto non è stata nel mondo del cinema ma in quello dell’organizzazione degli eventi; mi ha aiutato a capire l’importanza di immettersi fin da subito nel mondo del lavoro e -continua– mi ha fatto scoprire un’inaspettata passione per l’attività organizzativa e logistica”. Due, secondo Martina, sono le parole chiave per chi voglia intraprendere un percorso nel mondo del cinema: gavetta e tanta pazienza. Nonostante la chiusura dei teatri e dei cinema imposta dal Covid, per la studentessa “ognuno ha il dovere di non perdersi mai d’animo”.

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