ROMA – A Khartoum, migliaia di persone hanno sfidato questa notte il coprifuoco imposto dalla nuova giunta militare, per protestare contro quest’ultima. Il coprifuoco era stato annunciato durante la giornata di ieri dall’ex vice-presidente e ministro della Difesa Awad Ibn Aouf, nel discorso televisvo in cui si è auto-proclamato a capo del governo che dovrebbe guidare la transizione dopo l’arresto del presidente Omar al-Bashir, che i manifestanti contestavano da oltre tre mesi.
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L’annuncio del consiglio militare di transizione “è un tentativo del regime di assicurare la sua sopravvivenza, sacrificando Al-Bashir” si legge in una lettera indirizzata al presidente dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat dagli attivisti del ‘Sudan Consortium’ e della ‘Civil Forces Assembly’. Quest’ultima è una coalizione di 78 gruppi della società civile, sindacati e personaggi pubblici sudanesi e di altri paesi africani.
“L’imposizione di un periodo di transizione di due anni guidato dall’esercito, la dissoluzione dell’assemblea nazionale, la sospensione della Costituzione del 2005, l’imposizione di uno stato di emergenza di tre mesi e l’assenza di un piano di transizione verso un governo civile dimostrano che i militari non condividono l’obiettivo dei dimostranti: un Sudan pacifico e democratico” scrivono ancora gli attivisti. E all’Ua chiedono “una risposta forte” al golpe.
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In Sudan, la nuova giunta militare ha assicurato che il prossimo governo “sarà un governo civile” e di essere pronta a “ritirarsi anche nel prossimo mese, se sarà formato un governo”.
Le dichiarazioni sono riportate da media presenti alla conferenza stampa tenuta oggi a Khartoum dal capo del Consiglio militare politico provvisorio, Omar Zein Abideen.
Le autorità avrebbero affermato inoltre di voler dialogare con tutte le “entità politiche” e confermato che l’ex presidente Omar Al-Bashir, ricercato dalla Corte penale internazionale con l’accusa di crimini di guerra e genocidio, è detenuto ma non sarà estradato.
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