NEWS:

Sogin apre le porte della centrale nucleare del Garigliano

Le visite si potranno effettuare sabato e domenica per la seconda edizione di 'Open Gate'

Pubblicato:12-04-2017 11:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:06

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – Sabato 6 e domenica 7 maggio, Sogin apre le porte della centrale nucleare del ‘Garigliano’ di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, uno degli impianti più suggestivi d’Italia per la sua caratteristica ‘sfera‘ che ne contiene il reattore. L’iniziativa si svolgerà nell’ambito della seconda edizione di “Open Gate” che permetterà ai cittadini di visitare gli impianti nucleari in decommissioning della Sogin. La centrale, progettata da Riccardo Monti e costruita tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, è stata definitivamente disattivata nel 1982. L’Open Gate, che viene replicato dopo il successo di adesioni registrato nel 2015, conferma l’impegno della Società nel garantire informazione, trasparenza e partecipazione.

Con Open Gate 2017, iscrivendosi on line su www.sogin.it entro il 20 aprile, si avrà la possibilità di conoscere le modalità e le tecnologie adottate da Sogin nello smantellamento degli impianti nucleari e nella gestione dei rifiuti radioattivi. Sono previsti due differenti percorsi di visita: “zona controllata” e “zona non controllata“. La “zona controllata” all’interno di un impianto nucleare è un ambiente di lavoro il cui accesso, per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, è regolamentato da specifiche procedure ed è vietato ai minori, a differenza della “zona non controllata” alla quale possono accedere, se accompagnati, anche i bambini da sei anni in su. È possibile prenotarsi ad una sola giornata e per un solo percorso di visita, scegliendo uno fra i diversi turni programmati dalla mattina fino al tardo pomeriggio. Alla centrale del Garigliano potranno essere accolti complessivamente 720 visitatori.

di Carmen Credendino, giornalista professionista


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it