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Austria, tra voci di filo spinato e polizia sui treni a Bolzano si vive sospesi

E' "come se si stesse aspettando qualcosa, qualcosa a cui non sara' possibile sottrarsi"

Pubblicato:12-04-2016 12:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:33

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Binari_treniBOLZANO – “Ieri abbiamo sentito che al confine si cominciava a parlare di filo spinato. E sui treni austriaci e’ tornata la polizia, che non si vedeva piu’ da tempo. Anche le forze dell’ordine italiane sono tornate a presidiare il confine: al momento non succede nulla, ma si respira un’aria pesante, sospesa, come se si stesse aspettando qualcosa, qualcosa a cui non sara’ possibile sottrarsi”: a parlare e’ Eliana Muraro, brasiliana d’origine ma bolzanina d’adozione, che un anno fa ha dato vita, insieme con altri uomini e donne alto-atesini e austriaci, a Binario1, gruppo di volontari autogestito impegnato nell’accoglienza dei profughi in transito dalla citta’ o bloccati in essa, lavoro portato avanti sui binari della stazione.

“Sono passata ieri dalla stazione, ho visto il treno delle 16.30 diretto verso l’Austria: non hanno fatto scendere nessuno, meglio cosi'”. In realta’, racconta, e’ da un po’ che dalla stazione di Bolzano passa poca gente: solo negli ultimi giorni e’ tornata a essere frequentata, soprattutto la sera, “quando con l’ultimo treno arrivano le persone che l’Austria rimanda in Italia: 5, 6, 10 persone, che pero’ non si fermano qui, ma cercano subito un modo per raggiungere gli amici e i parenti, spesso tra Verona e Bologna, per ritentare insieme l’attraversata del confine”. E spiega come le donne e gli uomini arrivati o transitati in questi giorni – soprattutto eritrei – sono molto diversi da quelli di un anno fa: “Oggi sono molto riservati, hanno paura. I conoscenti che gia’ sono passati da questa esperienza li hanno messi in guardia. Cosi’, non accettano nemmeno un pasto: non si fidano, mentre prima erano – forse ingenuamente – molto piu’ aperti. E per noi offrire aiuto e’ decisamente piu’ complicato”.

Eliana spiega che la Provincia di Trento ha gia’ assicurato un aiuto a Bolzano nel caso l’Austria, davvero, chiudesse le frontiere: “A quel punto molto dipendera’ anche dalla Protezione Civile. Noi come Binario1 faremo il possibile”. E ricorda la manifestazione del 3 aprile per protestare contro il muro austriaco a cui il gruppo ha preso parte: “Ci sono stati anche scontri violenti con la polizia, a cui avremmo preferito non assistere”.


“Sappiamo bene che dietro a tutta questa situazione ci sono motivazioni politiche: le stiamo aspettando, perche’ per il momento anche noi viviamo nel mistero. Nel frattempo, pero’, non restiamo con le mani in mano”. Gia’, perche’ Binario1 da mesi segue un gruppo di 240 ragazzi – tutti maschi, non minorenni ma giovanissimi – che da un anno e mezzo e’ bloccato a Bolzano in attesa di ottenere l’asilo politico. Tutti hanno fatto richiesta, se la sono vista respingere, cosi’ hanno fatto ricorso e ora vivono in un limbo. Vengono dall’Afghanistan, dal Pakistan, dal Gambia, dalla Nigeria, non hanno un posto dove stare, spesso nemmeno niente da mangiare. “Questo inverno – continua Eliana – siamo riusciti a convincere la politica ad autorizzare l’emergenza freddo, cosi’ sono stati accolti in alcuni capannoni. Ma ora che succedera’? Come Binario1, insieme con altre associazioni che si occupano di accoglienza, chiediamo alle istituzioni una decisa presa di posizione. E’ necessario trovare subito una sistemazione adeguata a questi ragazzi, per poter cominciare ad accogliere veramente”. (Ambra Notari per Redattore sociale)

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