ROMA – Tanti Paesi a basso reddito oggi non potrebbero acquistare test diagnostici e vaccini contro il Covid-19 neanche se avessero le risorse economiche perché la precedenza viene comunque data agli acquirenti più ricchi: lo ha detto oggi Rossella Miccio, presidente di Emergency, nel corso di un webinar organizzato dalla ong.
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Al centro dell’intervento il tema del vaccino come “bene pubblico globale”. Miccio ha riferito di un recente viaggio in Afghanistan e di un incontro con il ministro della Sanità Waheed Majroh. “Mi ha detto che in questo momento anche se l’Afghanistan avesse i soldi per acquistare test e vaccini la priorità verrebbe comunque data ai Paesi ricchi” ha ricordato la presidente di Emergency. Sulla situazione a Kabul, nel corso del webinar, è stato ricordato come una campagna di vaccinazione sia potuta cominciare solo pochi giorni fa grazie a una donazione dell’India di mezzo milione di dosi su base “volontaria e individuale”.
Secondo Miccio, “la lotta contro la pandemia è insostenibile con il monopolio di pochissime aziende che detengono il potere assoluto nel decidere chi può fare il vaccino, quando lo può fare e quanto costa”. La presidente di Emergency ha citato le difficoltà di più Paesi, in Asia e anche in Africa. “Sembra – ha detto – che l’Uganda abbia potuto avviare la propria campagna solo acquistando vaccini di AstraZeneca a un prezzo doppio rispetto a quello che paghiamo noi”. Miccio è intervenuta a un webinar dal titolo ‘La mobilitazione popolare. Vaccini bene pubblico globale, ovunque’. L’incontro online è parte di una serie di cinque appuntamenti, al via in settimana.
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