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Rendere accessibile a più persone l’approccio evolutivo a mediazione corporea DERBBI, denominato Tartaruga e creato dall’IdO per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico. Questo l’obiettivo principe del corso IdO-Fondazione MITE su ‘Autismo, progetto riabilitativo Tartaruga-DERBBI’, che partirà sabato 13 marzo con il patrocinio della Sip. È un metodo che ha una lunga tradizione: “Questo modello è attivo da oltre 20 anni- spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO- ma negli ultimi anni ha avuto un grande impulso anche in riferimento ad un’attività di ricerca che ha permesso di renderne evidenziabili alcuni dati sull’efficacia”.
Il primo lockdwn, decretato in Italia il 9 marzo 2020, ha da poco ‘compiuto’ un anno, “ma la pandemia non sembra sia finita e si andrà avanti ancora per qualche mese, sperando che siano gli ultimi. Ora tutti puntiamo sull’estate, la stagione in cui si ha più voglia di fare, di viaggiare, di coltivare i rapporti. Ma bisogna essere ottimisti da un lato e prudenti dall’altro”. È l’invito di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Del lockdown hanno apprezzato l’aumento delle attività dei laboratori e la possibilità di stare più insieme. Hanno amato meno il non poter uscire, la convivenza forzata e la didattica a distanza (Dad). Eppure, proprio durante la Dad, il 41,6% ritiene di essere migliorato un po’ e il 15,4% di essere migliorato molto nel rendimento scolastico. Sono le risposte fornite dalle ragazze e dai ragazzi delle comunità per minori coinvolti in una indagine lanciata dal Coordinamento nazionale delle comunità per minori (Cncm) e presentata da Marzia Saglietti, psicologa ricercatrice, docente presso l’Università di Bologna e socia onoraria Cncm.
Cosa fare se, in tempi di pandemia, si viene invitati a una cena in casa di amici e a cui parteciperanno anche persone sconosciute o il cui numero di commensali consideriamo eccessivo e rischioso? “Se diventa un motivo di fobia, allora è meglio non andare. Se invece c’è una preoccupazione non troppo intensa si possono fare degli esercizi psicologici, una sorta di training per affrontare queste paure e imparare a gestirle, così da non rinunciare del tutto alla socialità”. A suggerirlo è Gerry Grassi, psicologo e psicoterapeuta.
Un libro scritto da chi ha rischiato la vita a causa del Covid e in seguito a questa esperienza, sofferta e vinta, ha deciso di testimoniare l’accaduto contribuendo alla realizzazione di ‘Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia’, edito da Il Pensiero Scientifico. A raccontarlo è Carlo Farina, coautore del volume e responsabile di Chirurgia Generale dell’ospedale Israelitico di Roma.
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