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Tg Ambiente, edizione del 12 marzo 2019

https://www.youtube.com/watch?v=HbqemZhsOeE&feature=youtu.be SMOG E FOGNE, ITALIA DI NUOVO DEFERITA A CORTE UE La Commissione europea ha nuovamente deferito l'Italia alla Corte di giustizia

Pubblicato:12-03-2019 14:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:13
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SMOG E FOGNE, ITALIA DI NUOVO DEFERITA A CORTE UE

La Commissione europea ha nuovamente deferito l’Italia alla Corte di giustizia Ue per la ripetuta violazione dei limiti annuali e orari di biossido di azoto nell’aria delle città e per il mancato adeguamento alle norme Ue dei sistemi di trattamento delle acque di scarico in oltre 700 agglomerati e 30 aree sensibili dal punto di vista ambientale, con più di 2mila abitanti. L’Italia è già stata deferita alla Corte per sforamento dei limiti di Pm10. Le aree soggette a sforamento dei limiti di NO2 sono state grandi città come Milano, Torino e Roma e centri più piccoli come per esempio Catania, Campobasso, Genova e aree come la Pianura Lombarda e la Costa Toscana. “Ci era stata annunciata una procedura di aggravamento su biossido di azoto e acque reflue, ma la Commissione europea ha anche evidenziato, mettendolo nero su bianco, la bontà del nostro lavoro e del nostro impegno, soprattutto per le misure in arrivo sul fronte della qualità dell’aria”, dice il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.


XYLELLA AVANZA A 2 KM/MESE A RISCHIO 21 MLN ULIVI

In Puglia il contagio da xylella si muove inesorabilmente verso nord a una velocità superiore ai 2 chilometri al mese dopo aver infettato 21 milioni di ulivi causando un danno da 1,2 miliardi, “per colpa di errori, incertezze e scaricabarile”. E’ la denuncia della Coldiretti che sabato scorso ha portato migliaia di agricoltori in piazza a Lecce per denunciare “i ritardi e chiedere interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite”. Se non verrà fermata l’epidemia “nei prossimi cinque anni rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise”, avverte l’associazione agricola.

ZINGARETTI E COSTA, ACCORDO BONIFICA VALLE SACCO

La bonifica della Valle del Sacco diventa realtà. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, hanno firmato l’accordo per la messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale Bacino del Fiume Sacco. Le risorse disponibili superano i 53 milioni su quattro anni. “La Valle del Sacco è il terzo sito più inquinato d’Italia”, ricorda Zingaretti, e quello firmato è “un protocollo che può segnare un passaggio di fase storico”. Ora quindi “si apre la stagione della bonifica e del risanamento e rafforziamo il contrasto alle forme di inquinamento”. “Ecco la rigenerazione”, aggiunge Costa, “ecco i cantieri che voglio aprire. Il famoso cantiere ambiente, che presenterò come disegno di legge governativo entro due settimane da oggi ha questo senso: noi apriamo i cantieri che tutelano l’ambiente. E aprendo quei cantieri diamo risposte ai cittadini e ci mettiamo in linea con l’Europa”.

ILVA, LAGHI: NO SFORAMENTI EMISSIONI. VERDI: FALSO

“Non risultano superamenti dei limiti previsti dalle norme vigenti” nell’area della città di Taranto “o dall’Autorizzazione integrata ambientale per quel che riguarda l’area interna allo stabilimento”. Lo dice Enrico Laghi, commissario straordinario del gruppo Ilva, ascoltato alla Camera. “Gli eventi ultimi degli giorni non ci hanno lasciato inerti”, spiega Laghi riferendosi alle denunce dei Verdi sul superamento dei limiti a Taranto, “abbiamo chiesto a Mittal, gestore degli impianti, i dati sulla qualità dell’aria rilevata sulla rete ex Ilva da Arpa Puglia e non si evidenziano superamenti”. “Ribadisco che noi abbiamo presentato i dati corretti”, ribatte Angelo Bonelli, dei Verdi, “il dato della diossina a Masseria del Carmine addirittura è stato corretto al rialzo, non più quindi un aumento del 916%, nei primi 10 mesi del 2018 rispetto al 2017 bensì del 1000%”.

VECCHI PANNELLI FOTOVOLTAICI SPACCIATI ALL’ESTERO

Ormai i primi pannelli fotovoltaici installati in Italia hanno circa 20 anni. Vanno sostituiti con elementi nuovi e più efficienti, e i vecchi sono un rifiuto da smaltire sostenendo un costo. Chi vuole risparmiare realizza una truffa: afferma che i pannelli vecchi e da buttare sono in realtà solo “usati” e li vende, soprattutto all’estero, evitando il costo di smaltimento. Ne parla il Comandante dell’Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, il generale Angelo Agovino, alla Commissione Ecomafie. “Anche in questo settore come in altri il rifiuto viene ‘truccato’ da materiale usato e così si superano tutte le norme di settore, che prevedono per questi rifiuti un sistema di tracciabilità molto importante”, spiega Agovino, e così il pannello “si può vendere come usato in altre parti del mondo”, soprattutto in Paesi poveri. Nei porti di Genova, Livorno e Ancona ci sono pannelli fotovoltaici che risultano smaltiti e invece sono in container pronti a partire. “Sono state aperte numerose rotte commerciali con altri Paesi del mondo, è un argomento del quale ci dovremo sicuramente interessare”, conclude il comandante del Cutfa.

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