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Cirinnà: “Dio, patria e famiglia? Non mi pento”

La senatrice è stata criticata per aver partecipato alla manifestazione dell'8 marzo con il cartello 'Dio Patria Famiglia che vita de merda'

Pubblicato:12-03-2019 11:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:13
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ROMA – Nessun pentimento. La senatrice del Pd Monica Cirinnà è stata criticata dagli avversari ma anche dal suo partito per aver partecipato alla manifestazione dell’8 marzo con il cartello ‘Dio Patria Famiglia che vita de merda’ e a Circo Massimo, su Radio Capital, non fa marcia indietro: “Non sono per niente pentita. Quello è un motto fascista, è la rappresentazione plastica di ‘Una giornata particolare’ di Ettore Scola, con la visione della donna chiusa in casa. Nel contesto di quella manifestazione, e in questi tempi in cui in Parlamento ci sono oscurantisti, mi sembrava perfetto rivendicare un grido di libertà”. 

Fra le critiche anche quella di Enrico Mentana, che ha parlato di “cartello fesso”: “Se uno lo rivendica come una cosa isolata, è vero”, chiarisce Cirinnà, “ma se lo contestualizzi nella manifestazione delle femministe, che si sentono in pericolo su diversi punti della libertà delle donne, allora ci sta”. 

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Secondo la prima firmataria della legge sulle unioni civili, gli attacchi non sono arrivati per caso: “Hanno alzato questa caciara contro di me perché il giorno prima ho depositato in Senato una mozione per stigmatizzare la presenza del logo della Presidenza del Consiglio sul manifesto del Congresso internazionale delle famiglie. Un fatto grave”, dice Cirinnà a Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, “Ho postato quella foto il giorno dell’8 marzo, poi ho presentato quella mozione e stranamente si sono svegliati tutti. Forse qualcuno ha voluto punirmi per quello”.

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Nella mozione, spiega, ci sono “firme di tutto il centrosinistra largo: del PD, di PiùEuropa, di LeU, delle autonomie, anche della collega Paola Nugnes dei 5 stelle”. Il Convegno di Verona è definito dalla senatrice “pericoloso. Mette in dubbio alcune delle libertà che a fatica sono state conquistate dalle donne nel tempo, dall’interruzione di gravidanza al divorzio fino alle unioni civili. Non si può ricondurre tutto a un modello omologato di famiglia e togliere i diritti a tutto quello che non rientra in quel modello”. 

In Italia c’è un nuovo fascismo? “Certo che c’è, e non solo in Italia: anche negli Stati Uniti e nel resto d’Europa. Dovunque stiano governando i nazionalisti, gli xenofobi, tutti questi partiti che si alleano con la destra o l’estrema destra. Vogliamo chiamarlo nazionalismo? Per me è uguale: sempre fascisti sono”.

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