NEWS:

“No vax sereni perchè… vaghi”. Unimore svela l’identikit

La ricerca è stata svolta dall'Università di Modena e Reggio Emilia, che in aprile la presenterà negli Usa

Pubblicato:12-03-2018 17:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:37

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – I “no vax”? Appaiono molto sicuri di se stessi, non credono nei vaccini e non hanno paura delle malattie. Per questo sono tranquilli e parlano di argomenti generici, non specifici.

I “pro vax” risultano invece molto più insicuri: hanno paura che la mancata vaccinazione danneggi i loro famigliari. Sono i ritratti attorno al problema vaccini e vaccinazioni che escono da una ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che il gruppo del professor Marco Furini, docente di Informatica al dipartimento di Comunicazione e economia, presenterà in aprile negli Usa (a Orlando) alla conferenza internazionale Acm-Ieee Social Sensing.

In sostanza, sono state analizzate le conversazioni di una ventina di gruppi no vax e pro vax su Facebook raccogliendo oltre 200.000 commenti, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2017.


Oltre dunque agli scostamenti sulle ansie, emergono chiare differenze. Ad esempio, sull’autorevolezza delle fonti di informazione: “I no vax- osserva Unimore- vogliono consolidare ciò che stanno scrivendo facendo riferimento ad altri documenti, così che le loro conversazioni contengono il triplo dei riferimenti rispetto ai commenti pro vax. Però si scopre che sono pochi i riferimenti a documenti scientifici ufficiali, spesso si citano fonti che non hanno alcuna autorevolezza” come blog o pagine web personali.

In ogni caso, come riscontra anche il laureando Gabriele Menegoni, “il volume delle conversazioni sui social è aumentato moltissimo dopo l’approvazione della legge per l’obbligatorietà e, da altri studi, è emerso che “basta la lettura di pochi commenti no vax per instillare il dubbio” che le vaccinazioni siano dannose.

“Il problema principale- concludono i due ricercatori- è che le vaccinazioni lavorano in silenzio. Se funzionano non succede niente. Fa molto più scalpore una malattia che milioni di persone che evitano quella malattia”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it