ROMA – “Al centro medico di Sabou si fa vangelo vivo, mica chiacchiere” sorride fra’ Tomasz Kret, parlando con l’agenzia DIRE della struttura che dirige nel cuore del Burkina Faso. All’inizio, la sfida era la malnutrizione dei bambini. Per affrontarla nel 2001 la Caritas e i frati minori francescani dell’Abruzzo dettero il via al centro intitolato a Massimiliano Kolbe perche’, spiegano ancora, “con una siringa fu ucciso e con una siringa si vuole ridare la vita”. Negli anni i missionari hanno ricevuto sostegno anche da Polonia, Stati Uniti, Corea e Canada.
Medicina generale, pediatria, maternita’, banca del sangue, farmacia, consulenza psichiatrica, pronto soccorso sono i servizi che il centro offre ai 112mila abitanti del distretto di Sabou.
La struttura sanitaria e’ stata avviata con la collaborazione di 26 responsabili sanitari. Ora sono in 81, dei quali 14 inviati dal governo di Ouagadougou. “La prospettiva – sottolinea fra’ Tomasz – e’ accogliere piu’ malati, fornire maggiori prestazioni, trovare un accordo collettivo che valorizzi il personale e sviluppare una struttura su linee scelte d’intesa con il ministero della Sanita’”.
Del centro con la DIRE parla anche Fabio Massimo Abenavoli, presidente di Emergenza sorrisi, l’ong che si occupa delle malformazioni al volto e che collabora dal 2013 con i frati di Sabou. “Stiamo per aprire anche un centro di chirurgia e uno di malattie infettive” dice Abenavoli. “Oltre ad essere un centro medico e’ anche un centro di evangelizzazione: si lavora con il cuore, non solo con le mani. Emergenza Sorrisi opera a fianco della sanita’ locale, ma il nostro impegno costante e’ per lo sviluppo e la formazione del personale medico e infiermeristico del posto”.
In un Paese che non ha accesso alla sanita’ gratuita, con pochi medici, picchi di malnutrizione e mortalita’ e una bassa aspettativa di vita, Abenavoli e fra’ Tomasz evidenziano l’importanza della sinergia tra opera privata e governo.
L’occasione sabato a Roma, alla presenza del ministro del Burkina Faso per la Sanita’, Nicolas Meda, ospite al convegno ‘Frati monori in Africa. Presenze, frutti e speranze’.
Fra’ Tomasz rivolge un appello: “Abbiamo bisogno di un’ambulanza equipaggiata. La condizione delle strade provoca molti incidenti, e’ a disposizione una jeep ma non possiamo offrire soccorso immediato. Anche un nostro confratello, impegnato in prima linea per il centro, e’ morto in un incidente stradale e, come tanti, non ha potuto ricevere le cure di emergenza”.
A testimoniare anche Francesca Romana Saliola, studentessa di ostetricia che ha prestato servizio come volontaria al centro di Sabou. “Sono andata per uscire dalla burocrazia, dalla routine della ‘cartella clinica’” racconta Francesca Romana. “Doveva essere una sfida con me stessa ed e’ finita per essere anche una sfida per gli altri, per curare il maggior numero di persone”.

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