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In Emilia-Romagna, è rottura tra la vice e il Presidente sull’alleanza Pd-M5s

Scontro ad alto livello alla Regione Emilia-Romagna tra la 'turborenziana' Gualmini e il presidente Bonaccini

Pubblicato:12-03-2018 13:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:36
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ROMA – Scontro ad alto livello alla Regione Emilia-Romagna. La ‘turborenziana’ Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione, rompe con l’ex leader e spinge per valutare una possibile intesa con i ‘grillini’. Posizione in dissenso con il presidente Stefano Bonaccini, che da dopo il voto ha sempre detto: chi vince governa, chi perde va all’opposizione.

Accade a meno di un’ora dal via della direzione del Pd dove si comincerà a fare i conti sulla disfatta elettorale e le dimissioni di Matteo Renzi.

La riunione di oggi, salvo imprevisti, dovrebbe incentrarsi sulla ratifica delle dimissioni del segretario, l’investitura del vice Maurizio Martina come reggente, l’indizione dell’assemblea nazionale ad aprile. Si discuterà anche se eleggere direttamente lì il nuovo segretario senza i tempi lunghi di un congresso. Ma quella di oggi sarà una riunione accesa, perché ci si confronterà sull’andare o no a vedere le carte del M5S, con la possibilità di arrivare ad un accordo. Da parte dei ‘renziani’ c’è muro, ma quanto è accaduto in Emilia-Romagna può essere il segnale del ‘liberi tutti’.


Anche oggi a RaiNews24 Gualmini ha detto che non c’è nulla di male in un appoggio dem al M5s. Anzi, sostiene la politologa, “penso che non sia uno scandalo che un partito di centrosinistra, il cui elettorato si è chiaramente spostato verso i 5 stelle, possa pensare di indirizzare quella forza e ragionare in qualche modo per offrire un governo al Paese”. Gualmini però non fa marcia indietro e sottolinea come il Pd sia “a un bivio. Si dice che deve fare opposizione, ma a quale Governo? Siamo in una situazione di paralisi e tanti scenari sono aperti, non precluderei alcune strade di partecipazione a possibili esecutivi”. Perché altrimenti “si deve tornare a votare” e secondo la dem questa è un’opzione da evitare “assolutamente”. Il ritorno alle urne, magari dopo l’estate, porterebbe infatti “molta acqua ai due vincitori di queste elezioni, ovvero Lega e M5s”.

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