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Pd, direzione della New Age: il rischio del partito a due teste

ROMA - Non candidati, non eletti. Perche' dovrebbero rimanere fedeli al capo, ora che per giunta e' anche ex? L'interrogativo che

Pubblicato:12-03-2018 12:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:36

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ROMA – Non candidati, non eletti. Perche’ dovrebbero rimanere fedeli al capo, ora che per giunta e’ anche ex?

L’interrogativo che agita la direzione del Pd a pochi minuti dall’inizio trae origine dalle liste dei candidati alle politiche. E diventa tormentato dubbio amletico, alla luce dei risultati elettorali.

I gruppi del Pd in Parlamento si sono ridotti a un terzo circa: da 281 deputati e 97 senatori a 112 deputati e 57 senatori. Il partito perde cioe’ 169 deputati e 40 senatori. Che effetto avra’ questa drastica cura dimagrante sulla tenuta degli organi collegiali?


In virtu’ della composizione rigorosa delle liste, Renzi mantiene il controllo dei gruppi parlamentari, dove si calcola che il 70 per cento dei neoeletti appartenga alla sua area o a quella affine di Matteo Orfini. Le cose stanno diversamente per quanto riguarda la direzione, che e’ l’organo “politico” del Pd e che riflette da un lato gli equilibri congressuali del 2017 e dall’altro anche i gruppi parlamentari della passata legislatura.

A quanto risulta alla Dire, infatti, solo 53 neoeletti alla Camera sono anche componenti della direzione. E solo 23 neosenatori sono anche in direzione. Dei primi solo 38 neodeputati sono fedelissimi renziani. E solo 16 senatori. In totale 54 parlamentari renziani siedono in direzione. Un po’ poco, se si calcola che il parlamentino dem e’ composto da 214 membri.

Di questi, e’ vero, in teoria 120 sono stati eletti dall’assemblea a partire dalle liste renziane al congresso. E 20 sono i millennials, i ventenni scelti da Renzi per fare parte della direzione. Ma la ipotetica maggioranza dei 140 renziani potrebbe rivelarsi improbabile alla prova dei fatti.

Di questi 140 renziani solo 54 hanno trovato l’elezione a Montecitorio o a palazzo Madama. Molti dei 140 renziani ‘sulla carta’, a cominciare dai giovani millennials, hanno accumulato qualche risentimento per la composizione delle liste prima e per il risultato elettorale poi. Detto altrimenti: sono rimasti fuori dal Parlamento. Ottantasei dei renziani della prima ora, lo sono oggi solo ‘gratis et amore dei’.

In sostanza, il nuovo Pd nasce bicefalo: renziano in Parlamento e a-renziano, se non anti-renziano, al Nazareno, dove 160 membri della direzione non sono piu’ direttamente controllati dall’ex segretario.

Si tratta e’ vero di un ragionamento in parte solo ipotetico. Per dire, dei 20 millennials almeno 17 sono considerati sulla carta ancora fedeli al leader dimissionario. E cosi’ sara’ certamente anche per altri membri della direzione. Ma recenti vicissitudini del Pd (che in numeri si scrivono ‘101’) insegnano che e’ sempre meglio testarla sul campo, la fedelta’.

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