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Versace (Aurobindo): “Difendere il valore dei farmaci equivalenti”

E' ora anche per il nostro Paese di "abbracciare in modo definitivo l'uso degli equivalenti nelle forme e nei modo più appropriati sottolineati dalle agenzie regolatorie e dalle evidenze scientifiche"

Pubblicato:12-03-2018 10:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:36
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ROMA – Molti segnali giungono in questi giorni dal settore dei farmaci equivalenti, quei prodotti che permettono – proponendosi con prezzi decisamente bassi – di realizzare risparmi a favore dei servizi sanitari di tutti i Paesi del mondo. Ci sono segnali positivi, come quelli lanciati da Assogenerici, che nel suo report annuale parla di “un anno di crescita per il mercato dei farmaci equivalenti che nel 2017 ha assorbito il 21,5% a confezioni e l’12,4% a valori del canale farmacia. Quasi il 90% delle confezioni di farmaci equivalenti sono di classe A, rimborsate completamente dal Servizio Sanitario Nazionale”. Segnali negativi sono invece quelli lanciati da Lancet Oncology a fine febbraio, che ha preso l’occasione degli annunciati e drastici tagli interni di Teva, una delle top aziende mondiali, per domandarsi se il mercato dei farmaci equivalenti non debba entrare in una nuova fase per evitare debolezze e fluttuazioni derivanti da una complessità (aziendale e di mercato) non prevista. Su questi argomenti è intervenuto con un intervento di sistema Massimo Versace, Country Manager di Aurobindo Pharma Italia, una delle prime dieci aziende di farmaci equivalenti del nostro Paese, ed una delle più importanti multinazionali del settore, sottolineando che è ora anche per il nostro Paese di “abbracciare in modo definitivo l’uso degli equivalenti nelle forme e nei modo più appropriati sottolineati dalle agenzie regolatorie e dalle evidenze scientifiche”.

Diffondere una corretta cultura della salute nell’epoca delle bufale in sanità è la battaglia odierna più rilevante per chi si occupa di sanità

“Diffondere una corretta cultura della salute nell’epoca delle bufale in sanità è la battaglia odierna più rilevante per chi si occupa di sanità, e lo stiamo vedendo sulla vicenda NoVax”, ha affermato Versace. “E’ molto interessante notare come molti soggetti autorevoli – tanto per citarne due: la Fnomceo, con il suo nuovo presidente Filippo Anelli e l’Istituto Superiore di Sanità con il suo presidente Walter Ricciardi – stiano impegnando le loro energie contro le fake news sulla salute. La battaglia per chiarezza e verità scientifica riguarda ormai da vicino sia il cittadino, che chi governa la sanità e chi poi deve operativamente assicurarla. In questo senso risulta eccezionale l’annuncio che il direttore generale dell’Aifa, professor Mario Melazzini ha fatto: l’Agenzia del Farmaco sta per organizzare un evento sui temi degli equivalenti e biosimilari con il coinvolgimento di tutti gli attori di sistema”.

Fare cultura in sanità significa anche difendere il valore degli equivalenti e dei biosimilari

Se si parla di un sistema che non accetta più le zone d’ombra sulla scientificità in medicina, ecco che la chiarezza sui farmaci equivalenti è parte integrante di una nuova cultura autorevole, non più minata da dubbi o perplessità: il messaggio lanciato da Melazzini (“La diffusione dei medicinali equivalenti e biosimilari è uno strumento prezioso per rendere disponibili con tempestività terapie dall’impatto significativo sulla vita dei pazienti e sulla tenuta dei sistemi sanitari e valorizzare l’innovazione… Prima ancora di ripensare le politiche, credo sia fondamentale puntare sulla promozione di una vera e propria cultura del farmaco equivalente e biosimilare. In Italia, nonostante il trend crescente di consumi degli ultimi anni, i risultati raggiunti non sono ancora ottimali”) risulta così centrale per tutto il sistema delle cure. Versace ha così concluso il suo intervento: “Fare cultura in sanità significa anche difendere il valore degli equivalenti e dei biosimilari. Inutile inventarsi scorciatoie, visioni distorte o false vie d’uscita su questo argomento”.


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