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Sei Nazioni, arriva la Francia. Furno sprona l’Italia – VIDEO

Il Sei Nazioni visto con gli occhi di Joshua Furno

Pubblicato:12-03-2015 10:53
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:10

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ROMA – L’inizio difficile, due sconfitte con Irlanda e Inghilterra diverse l’una dall’altra. Poi la riscossa con la Scozia a Edimburgo, infine l’opportunità di sfidare in casa, allo stadio Olimpico di Roma, la Francia e il Galles in due gare che potrebbero regalare soddisfazioni.


È il Sei Nazioni della nazionale italiana di rugby visto con gli occhi di Joshua Furno, un gigante di 2 metri per 114 kg di peso, dal ritiro romano dell’Acqua Acetosa, dove gli azzurri stanno preparando la sfida di domenica contro la Francia. Un gruppo decisamente giovane, quello italiano, in cui il 25enne seconda linea spicca come uno dei più esperti. Convocato tra i 36 preconvocati della Coppa del Mondo del 2011, ha esordito nell’ultimo test in vista del torneo iridato con la Scozia senza però entrare nei 30 ‘definitivi’. Nel Sei Nazioni, l’esordio nel 2012. “Quest’anno abbiamo avuto un inizio di Sei Nazioni abbastanza duro, complicato – racconta a Diregiovani.it – Abbiamo affrontato le due squadre a mio avviso più forti del torneo, l’Irlanda e l’Inghilterra. La vittoria con la Scozia ci ha dato più fiducia, ma l’ambiente non è cambiato più di tanto, noi siamo sempre sereni”. Per Furno, poi, “è positivo il fatto che sia una squadra molto giovane, significa che c’è un ricambio generazionale”. Contro una Francia “che non ha fatto benissimo fino ad ora in questo Sei Nazioni, non giocando il suo migliore rugby”, e questo “ci deve spronare ancora di più” per cui “non abbassiamo la guardia”, giocare in uno stadio come l’Olimpico “quasi sempre pieno quando giochiamo in casa è molto bello, ci darà una spinta in più”.


Il rugby a casa Furno c’è sempre stato: “Lo hanno praticato mio padre, i miei zii, i miei cugini. Ho iniziato a giocare intorno agli 8 anni, a Benevento”. Joshua nasce però in Australia, a Melbourne, il 21 ottobre del 1989: “E a 6-7 anni sono venuto in Italia – racconta – Ci siamo trasferiti a Benevento, i miei genitori sono originari di lì. Ho iniziato proprio nel Benevento, ho cominciato con l’under 8, poi sono passato all’under 12. Già seconda linea? No, non ero già alto, ho iniziato come trequarti. Fino allo sviluppo in altezza, verso i 16 anni”. Tanti gli sport praticati (“Non ero certo che il rugby sarebbe diventata la mia professione”), ma il rugby era evidentemente nel suo destino: voluto dal Viadana, poi in un secondo tempo dagli inglesi del Newcastle Falcons, non ha esitato a lasciare prima Benevento, poi l’Italia, il richiamo della patria del rugby è stato troppo forte.

Durante la giornata, quando non è impegnato in allenamenti o partite, Joshua torna ad essere un ragazzone con le passioni che hanno tutti quelli della sua età: “Mi rilasso suonando la chitarra e ascoltando musica- si racconta- Sono quella acustica. Che genere ascolto? Rock, tanto rock classico, ma soprattutto quello Anni 60-70, soprattutto Jimi Hendrix e Led Zeppelin. Letture? Sì, leggo molte autobiografie come pure testi su eventi accaduti. Cinema? Sì, appena posso vado volentieri. Le uscite con gli amici? Vederli è un po’ difficile. E comunque ho tanti amici anche nella mia squadra”.

di Adriano Gasperetti

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