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A Napoli studenti delle superiori in sit-in davanti alla Regione Campania

"Vogliamo prospettive nuove e certezze nelle scuole", si legge su uno striscione firmato dal gruppo Osservatorio Popolare Studentesco ed esposto fuori a palazzo Santa Lucia.

Pubblicato:12-02-2021 11:54
Ultimo aggiornamento:12-02-2021 18:33

protesta scuola napoli
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NAPOLI – Gli studenti degli istituti superiori della Campania questa mattina si sono dati appuntamento fuori alla sede della Regione Campania per portare avanti la mobilitazione per una scuola “sicura, non discriminatoria, che tenga conto delle diverse possibilità degli studenti e delle studentesse, affinché nessuno venga lasciato indietro”. Gli studenti chiedono un piano di screening periodici del personale e degli studenti.
“Vogliamo prospettive nuove e certezze nelle scuole”, si legge su uno striscione firmato dal gruppo Osservatorio Popolare Studentesco ed esposto fuori a palazzo Santa Lucia. Cartelli e manifesti sono firmati anche dai collettivi studenteschi di diversi istituti campani.
Gli alunni del Brunelleschi di Afragola scrivono: “Studenti sconnessi” e chiedono “trasporti in provincia, device per tutti e ristrutturazione edilizia”.

“Le nuove modalità di rientro, come volevasi dimostrare, sono state fallimentari sotto vari aspetti. Questo non è altro che il sintomo naturale di un sistema e di una classe dirigenziale – spiegano dall’Ops – che di regola ignora le problematiche inerenti al mondo della scuola e le necessità degli studenti e che per mesi non ha mosso un dito per ristrutturare, ampliare e ripensare i luoghi dell’istruzione. Se la DaD non era scuola, risultano insostenibili pure le lezioni in didattica mista, la cui problematicità intrinseca viene acuita da una mancanza di adeguate attrezzature tecniche, dai pc nelle classi alla connessione internet”.
Gli studenti considerano “insostenibili” anche gli orari e i ritmi “che ci costringono a sostenere, con giornate di scuola lunghissime, ingressi e uscite ad orari improponibili che gravano ulteriormente sul nostro carico di studio giornaliero. Siamo stanchi di venir messi in secondo piano, pretendiamo che sia la società a venir modellata in funzione della scuola e non viceversa. Perché la scuola è e deve tornare a essere una priorità”.

I manifestanti criticano anche le novità sul calendario scolastico annunciate dal premier incaricato Mario Draghi. “Il nostro percorso didattico fino ad oggi non deve essere invalidato e non vogliamo che ci vengano imposte mal concepite speculazioni sul “recupero” di quanto abbiamo perso. Vogliamo che venga tenuto conto dello sforzo di noi studenti nell’ultimo anno – spiegano – e che ci venga restituito dalle istituzioni un coronamento di questo percorso che rispecchi tutto il nostro vissuto”.
Al governatore della Campania Vincenzo De Luca contestano il “fallimento sul piano della scuola, della sanità, dei trasporti. Adesso – sottolineano – non può pensare di lavarsi le mani delegando le decisioni alle entità territoriali, senza tener conto delle disparità e disuguaglianze. Una decisione del genere non farà altro che andare a gravare ulteriormente sulle spalle di tutte le strutture più svantaggiate, e noi non possiamo accettarlo. Vogliamo che la Regione prenda atto delle sue mancanze e che cominci, una volta per tutte, a mettere in atto un piano reale e concreto di ristrutturazione e ripensamento della scuola e di tutto ciò che le gravità attorno, affinché il rientro possa essere veloce e, soprattutto, duraturo”.


STUDENTI OCCUPANO STAZIONE MONTESANTO A NAPOLI: + TRENI MENO DAD

“Più cumane, meno Dad”. È lo slogan degli studenti degli istituti superiori della Campania che, dopo il sit-in di questa mattina fuori alla sede della Regione, si sono spostati fuori alla stazione Eav di Montesanto per protestare insieme agli studenti universitari. “In aula non possiamo entrare. Sul vagone ci possiamo contagiare”, si legge su uno striscione esposto dai giovani all’interno della stazione.
“Vogliamo più infrastrutture, più trasporto pubblico – spiegano dall’osservatorio popolare studentesco -. È impensabile che in periodo di pandemia non sia stato fatto quasi niente per migliorare le condizioni di viaggio di tutti gli utenti che giornalmente e necessariamente devono usufruire dei mezzi di trasporto, una fetta di popolazione di cui gli studenti medi e universitari costituiscono una grande percentuale. Per questo oggi siamo qui, insieme, a lottare per rivendicare uno dei nostri diritti, basilari e fondamentali nonché spesso mancanti, quello di raggiungere i nostri luoghi di apprendimento e di sviluppo senza dover mettere a rischio la nostra salute”.
“Questa piazza – proseguono – è l’emblema di ciò che da tempo portiamo avanti: una lotta unica, che accomuna tutte le soggettività che fanno parte della nostra comunità, poiché se i problemi che viviamo sulla nostra pelle sono gli stessi e hanno la stessa radice, allora dobbiamo farci forza l’un l’altro per una vittoria che sia di tutti, senza lasciare nessuno escluso”.

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