NEWS:

VIDEO | Confisca di 100 milioni di euro a imprenditore che favoriva il clan Schiavone

L'imprenditore, attivo nel settore della produzione e della vendita del calcestruzzo, metteva a disposizione i suoi impianti di produzione

Pubblicato:12-02-2020 12:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:59

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – Ammonta a 100 milioni di euro il valore dei beni confiscati ad Alfonso Letizia, imprenditore attivo nel settore della produzione e della vendita del calcestruzzo.

Il decreto di confisca, notificato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ed emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda sei aziende, 70 immobili nella provincia di Caserta e due a Cavezzo in provincia di Modena, 28 mezzi tra auto e moto e numerosi rapporto finanziari.

I decreti di sequestro e di confisca eseguiti nel 2014 e nel 2018 sono stati confermati dalla corte d’Appello di Napoli e definitivamente dalla Cassazione.


Le indagini della Dia hanno permesso di delineare i rapporti tra l’uomo e la fazione Schiavone del clan dei Casalesi, in particolare nel settore strategico della produzione e fornitura del calcestruzzo. Letizia era già stato arrestato dalla Dia nel 2011, nell’ambito dell’operazione “Il Principe e la (scheda) ballerina” su “intrecci illeciti del ceto politico di Casal di Principe – scrive la Dia – con l’ala militare e imprenditoriale del clan dei Casalesi, fazioni “Schiavone” e “Bidognetti”, che si concretizzavano attraverso l’appoggio ai candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni elettorali, in cambio dei successivi benefici economici garantiti dall‘aggiudicazione di appalti, di assunzioni di personale compiacente, nonchè di apertura di centri commerciali”.

In questo contesto, Letizia era considerato il riferimento della famiglia Schiavone “poichè metteva stabilmente a disposizione dell’organizzazione i propri impianti di produzione del calcestruzzo e le proprie strutture societarie ottenendo, di contro, l’ingresso nel cartello delle aziende oligopoliste che l’associazione imponeva sui cantieri presenti nel mercato casertano”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it