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Riders ancora in sciopero a Bologna, “Niente consegne per due ore”

Ieri a Bologna una nuova protesta dei ciclo-fattorini che sono stanchi di essere 'sfruttati'

Pubblicato:12-02-2018 13:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:28

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BOLOGNA – A Bologna torna a farsi sentire la mobilitazione dei ciclofattorini, che che chiedono migliori condizioni di lavoro e sul tema hanno anche già avviato un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale. Il gruppo Riders Union, infatti, segnala su Facebook che ieri sera si è verificato un nuovo sciopero: protagonisti i fattorini di Glovo, che hanno deciso di incrociare le braccia “bloccando per due ore il servizio, a seguito dell’introduzione del nuovo minimo orario, passato da sei a quattro euro all’ora, e di numerosi atteggiamenti intimidatori nei confronti di alcuni di noi”.

I ciclofattorini raccontano di aver “attraversato le vie della città di Bologna non per consegnare gli ordini come tutte le sere ma insieme, per scandire le nostre rivendicazioni. Facendo tappa nei McDonald’s e nelle principali attività servite da Glovo e concludendo con uno speaker corner in piazza Maggiore abbiamo raccontato la nostra condizione di lavoro e ricevuto tantissimi attestati di solidarietà da clienti e passanti”. Un’azione di protesta attuata contro “il regime vessatorio e lo sfruttamento che si nasconde sotto questo finto contratto autonomo che ci viene imposto. Vogliamo il superamento della paga a cottimo a favore del riconoscimento di una giusta paga oraria, un’assicurazione su infortuni e malattia a carico dell’azienda e la fine degli atteggiamenti discriminatori”.

I riders promettono che la vertenza andrà avanti: “Continueremo a mobilitarci per avere al più presto un incontro con i nostri manager, per discutere le condizioni lavorative in un clima di reciproco rispetto e riconoscimento”.


Al fianco dei ciclofattori si schiera l’Sgb, che commenta così lo sciopero di ieri: “I lavoratori in lotta lamentano, giustamente, un forte regime di ricattabilità favorito dal contratto di prestazione occasionale a cui sono soggetti e che sfocia in vero e proprio sfruttamento. A questo si aggiunge la repressione per chi si batte per un lavoro dignitoso e per questo sono costretti a protestare pubblicamente con il volto coperto da una maschera“.

Come Sgb, dunque, “abbiamo espresso solidarietà a questi lavoratori recandoci in piazza Maggiore durante la protesta di ieri sera ed impegnandoci a sostenerli nelle forme e nei modi che riterranno opportuni. Siamo con loro”, sottolinea il sindacato di base: “Questa è una lotta che entra nel cuore pulsante del precarietà e potrebbe essere da esempio per tenti altri giovani lavoratori. Una lotta che va sostenuta per sconfiggere la precarietà in tutte le sue forme”.








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