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Morire per il calcio: una figurina per ricordare l’iraniana Sahar Khodayari

La ragazza era stata arrestata solamente perchè voleva entrare allo stadio per vedere la squadra del cuore, attività proibita alle donne

Pubblicato:12-01-2023 16:38
Ultimo aggiornamento:12-01-2023 16:38
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BOLOGNA – Morire per colpa di una partita di calcio. E’ la storia che racconta una figurina dedicata alla memoria di Sahar Khodayari, 29enne iraniana che ha perso la vita solo perchè voleva entrare allo stadio. Così Amnesty e e l’associazione Figurine forever ne ricordano la storia lanciano “Blue girl”, il cui ricavato andrà proprio a favore di Amnesty. Una vicenda, quella di Sahar, che rivela la condizione dei diritti in Iran. La ragazza di Teheran infatti era stata arrestata varie volte solamente perchè voleva entrare allo stadio per vedere la sua squadra del cuore, attività proibita alle donne; lei arrivò a travestirsi da uomo.

A settembre 2019 si è data fuoco, diventando simbolo della lotta contro il regime in tutto il mondo. A seguito della sua tragica morte, è nata una campagna internazionale che ha portato a una piccola apertura che ha permesso l’ingresso delle donne in uno stadio, anche se in realtà “questa è l’unica volta in cui in realtà ci sono state donne allo stadio. Insomma, la battaglia è ancora lunga”, sottolinea Emiliano Nanni, presidente di Figurine forever.

Una “sofferenza” che in Iran “esiste da 43 anni- ricorda Sohyla Arjmand, rappresentante della comunità iraniana a Bologna e attivista per i diritti delle donne- solo l’altro giorno sono state firmate 109 pene di morte e dall’inizio delle proteste contiamo più di 700 morti”. Per questo è importante ricordare la storia di Sahar e “tutte le altre violazioni che le donne in Iran continuano a continuano a subire- aggiunge Franca Menneas, di Amnesty Bologna- in Iran le donne vengono fermate dalla Polizia per esempio perché non indossano il velo correttamente, perché c’è una ciocca di capelli fuori fuori posto, perché hanno la gonna lunga, la gonna corta, perché non sono adatte a canoni morali, decisi dai poliziotti di turno che le fermano”.


Protestando, “le donne stanno dimostrando in Iran tutto il loro coraggio, rischiando di essere fermate, arrestate, torturate e spesso muoiono per le lesioni che che subiscono”. Così, “lo scopo di questa figurina è di ricordare Safar e allo stesso tempo ricordare proprio tutte quelle donne che si stanno battendo orgogliosamente”, mantenendo alta l’attenzione su ciò che sta succedendo in Iran “e noi dobbiamo essere le voci di quelle donne”.

La speciale figurina racconta la storia di Sahar: il nome “Blue girl” deriva infatti dai colori sociali della squadra di cui era tifosa, l’Esteghlal Fc, ed è stata realizzata dall’illustratrice Chiara Raimondi. Amnesty e Figurine forever la lanciano a Bologna in vista della decima edizione della manifestazione Figucon, in scena all’Estragon il 15 gennaio, e farà parte della collezione di “figurine solidali” che negli anni hanno raffigurato tra gli altri anche Patrick Zaki e Federico Aldrovandi. “L’obiettivo di base del progetto è quello di utilizzare il fascino immortale delle figurine per avvicinare le persone a tematiche che in un contesto differente, per tanti motivi, non succederebbe”, spiega ancora Nanni. E quindi se al Figucon, “dove tra le tante cose parleremo anche di questa figurina, un bambino si avvicina e un papà gli deve spiegare chi è ‘Blue girl’, il nostro risultato l’avremmo ottenuto”, conclude il presidente dell’associazione Figurine forever.

Alla presentazione della figurina c’erano anche Rita Monticelli, consigliera comunale eletta con il Pd e docente di Zaki, e il consigliere regionale Federico Amico, presidente della commissione Parità in Regione.

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