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Donne, il Senato approva all’unanimità il ddl sulle molestie sul lavoro

Diventa definitiva la Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIl) sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, che prevede strumenti di tutela, denuncia e prevenzione

Pubblicato:12-01-2021 19:47
Ultimo aggiornamento:12-01-2021 19:55

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ROMA – Dopo la Camera, anche il Senato ratifica la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIl) sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione. L’approvazione in aula è avvenuta all’unanimità. Il testo della Convenzione è quindi approvato in via definitiva. La normativa prevede strumenti di tutela, di denuncia, di prevenzione per le molestie e le violenze sui luoghi di lavoro.

Nel suo intervento in Aula, il relatore del ddl, Alberto Airola (M5s), ha spiegato: “La Convenzione è stata adottata a larga maggioranza nel corso della 108° sessione della Conferenza internazionale del lavoro il 21 giugno 2019, in occasione del centenario della creazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), e che è frutto di un processo negoziale avviato nel 2015. Il testo rappresenta un importante strumento nell’azione di contrasto alle violenze e alle molestie commesse nel mondo del lavoro, con l’ambizioso obiettivo di proteggere tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici a livello globale, a prescindere dal loro status contrattuale. La Convenzione fornisce, innanzitutto, una definizione piuttosto ampia, suscettibile di includere non soltanto l’abuso fisico, ma anche quello verbale, oltre a fenomeni di stalking e mobbing, di violenza e molestia, anche di genere, intesi come comportamenti e pratiche che provochino, mirino a provocare o siano suscettibili di provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici.

Stiamo per ratificare uno strumento realmente utile per intervenire laddove avvengono – ovviamente nei Paesi aderenti ad anzidetta Convenzione – suddetti fatti di discriminazione, con denunce all’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), fino ad arrivare, in casi di crimini contro l’umanità, alla Corte internazionale di giustizia. In Italia abbiamo un sistema normativo già evoluto, ma immaginate là dove non vi sono regole né controlli. Mi riferisco a quei Paesi dove interi comparti produttivi vedono una presenza massiccia di donne – per esempio, nel tessile – che subiscono discriminazioni di ogni sorta (di paga, sono mobbizzate, sfruttate e violentate), o dove la vita di un bambino non vale nulla quando viene costretto a scavare nel fango in miniere o a raccogliere rifiuti tecnologici in enormi discariche. Noi abbiamo i tribunali, le leggi, le associazioni dei lavoratori. Loro non hanno nulla. Oggi è importante approvare questa Convenzione non solo per migliorare noi stessi, ma perché molti altri Paesi la ratificano”.
Il relatore ha sottolineato che “non solo tra le pareti domestiche, ma sul lavoro una donna, un uomo, un bambino si possono far morire anche senza ucciderli“.


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