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Renzi sferza il Pd: “Se fate Corbyn, ci aprite un’autostrada”

"Noi siamo un’altra cosa: radicalmente riformisti"

Pubblicato:12-01-2020 15:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:50
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ROMA- “Sono l’ultimo a poter parlare del dibattito del Pd. Ma ho rispetto per Zingaretti e i suoi: se pensano che la soluzione sia davvero aprire alle Sardine, alla società civile recuperando un rapporto con la Cgil o assorbendo Leu, noi di Italia viva non saremo in difficoltà. Anzi, ci si apre un’autostrada”. Lo dice Matteo Renzi fondatore di Iv intervistato dal Corriere della Sera. “Spostandosi sulla piattaforma di Corbyn o di Sanders si perde. Noi siamo un’altra cosa: radicalmente riformisti. In bocca al lupo a ciò che verrà dopo il Pd. Italia viva sarà una casa accogliente per tutti i riformisti”, aggiunge. A chi gli fa presente che il progetto di Italia Viva incontra qualche difficolta’ nell’aggregare forze moderate, Renzi risponde: “Siamo nati da tre mesi. Faremo la prima assemblea nazionale a febbraio. La nostra è una maratona, non sono i 100 metri: Italia viva sorprenderà anche i pessimisti. Anche perché nel merito la cronaca politica ci sta dando ragione su tutto. A cominciare dal Jobs Act”.

RENZI: “IL M5S CHE ABBIAMO CONOSCIUTO E’ EVAPORATO, NON ESISTE PIU'”

“Il Movimento Cinque Stelle che abbiamo conosciuto non esiste più. È evaporato. Non è un auspicio: è un fatto. I loro leader devono decidere quando e come prenderne atto. Troveranno un modo per sostenere il governo e proseguire la legislatura, ma i Cinque Stelle della piattaforma Rousseau già non esistono più”, prosegue Renzi.

“In Parlamento è un’emorragia quotidiana. Non mi interessa il finale della loro storia: il populista vince le elezioni ma perde la sfida del governo. Perché se costruisci la carriera partendo dai Vaffa contro il potere, quando diventi il potere il gioco ti si ritorce contro. Lascio i grillini ai loro dibattiti, noi parliamo di crescita e politica estera”, aggiunge Renzi.


RENZI: “SULLA LIBIA L’ITALIA NON SI FACCIA SOSTITUIRE DALLA TURCHIA”

La situazione libica è drammatica, non solo preoccupante. Il governo italiano non sta raccogliendo successi, uso un eufemismo, ma il problema è più ampio. Dobbiamo prendere atto che gli Stati Uniti sono meno attenti a questa parte di mondo. La scoperta dello shale gas ha portato gli americani all’autosufficienza energetica e questo quadrante non è più decisivo come in passato per Washington. A ciò si somma la miopia dell`Europa che non si interessa al Mediterraneo, con atteggiamento autolesionista. Non a caso la Russia per l`intelligenza strategica di Putin e la Turchia per la scriteriata campagna di Erdogan ne approfittano. E un periodo difficile, occorrono nervi saldi e lucidità di visione”, aggiunge Renzi.

A chi gli fa notare che Conte non è riuscito a incontrare Sarraj e Haftar lo stesso giorno, Renzi risponde: “Non è questo il punto. Incontrare quei due lo stesso giorno può funzionare per il Tg delle 20 o come foto notizia sui quotidiani. Ma questa non è politica estera, questa è solo mediocre comunicazione. Qui abbiamo un problema ben più grande: l`Italia deve riaffermare il proprio ruolo nel Mediterraneo e in Libia in particolare. E dobbiamo dire con forza che non permetteremo a Erdogan e ai turchi di sostituirci come interlocutori in Libia. Questo vale per il petrolio e per l’Eni, certo. Ma vale per tutto: per l`immigrazione, per le infrastrutture, per la relazione Europa-Africa. A me non interessa chi incontra Conte a Palazzo Chigi: a me interessa che l`Italia non perda la leadership nel Mediterraneo”. Come giudica il lavoro di Luigi Di Maio? “Non lo giudico, non tocca a me. Mi basta che sia chiaro che la politica estera non è mai stata così importante come in questa fase. Nel 2020 le elezioni americane, l`accordo Usa-Cina di cui abbiamo parlato anche qui a Pechino, la nuova Ue, la Brexit, il G20 Saudita. La Farnesina ha straordinari professionisti: mi auguro che il ministro sappia valorizzarli e ascoltarli. Che non faccia più l`errore di non andare al G20 per seguire un`iniziativa dei Cinque Stelle. E mi auguro che il Paese torni a parlare di politica estera senza demagogie. La geopolitica è una cosa seria, non basta un post su Facebook: bisogna studiare, conoscere, viaggiare”.

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