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Ex Ilva, Emiliano: “Anche per la magistratura viene prima la salute”

Così il presidente della Regione Puglia commenta la decisione del tribunale di Taranto di rigettare la richiesta di proroga allo spegnimento dell’altoforno due

Pubblicato:11-12-2019 13:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44
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BARI – “La magistratura ha preso una decisione molto grave perché ha sostenuto che da quando Alessandro Morricella è morto non sono stati realizzati sull’impianto una serie di lavori che avrebbero automatizzato alcune funzioni che ancora oggi, devono essere fatte sostanzialmente a mano: per esempio la temperatura della colata. E questo espone a rischi. E su questo punto la magistratura ha ribadito che prima viene la salute e poi le esigenze della produzione”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, a margine dell’inaugurazione del servizio di Riabilitazione cardiologica a Canosa di Puglia, nel nord barese e commentando la decisione del tribunale di Taranto che ha rigettato la richiesta dei commissari straordinari dell’ex Ilva che chiedevano una proroga per non spegnere l’altoforno due e di usarlo per un altro anno.

Ora si attende la decisione dei giudici del Riesame che se dovessero confermare ciò che ha deciso il giudice Francesco Maccagno, venerdì prossimo dovrebbero essere avviate le operazioni di fermata dell’impianto dell’Afo2 perché scadono i tre mesi concessi per ottemperare alle prescrizioni.

“Se e quando l’altoforno sarà messo in condizione di funzionare senza mettere a rischio la salute delle persone potrà riprendere la produzione”, ha continuato Emiliano e ha evidenziato: “Questo non vuol dire che bisogna necessariamente interrompere l’attività di Afo due anche perché mi risulta che la procura avesse dato parere favorevole a una proroga dei termini evidentemente il giudice non ha ritenuto che le rassicurazioni che venivano dall’azienda, dal custode e dalla procura, fossero sufficienti”. “C’è ancora lo spazio per ribadire istanze al gip migliorando la proposta di sicurezza e quindi consentendo a quella proroga, alla quale la procura non si era opposta, di essere concessa – ha concluso – È una normale procedura giudiziaria non c’è il nulla che meraviglia chi è addetto ai lavori come in questo caso il sottoscritto”.


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