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‘Miracolo’ al Teatro Tram, storia di migranti e della disumanizzazione della società

Lo spettacolo, scritto e diretto da Giuseppe Massa della compagnia siciliana Sutta Scupa, andrà in scena sabato 14 e domenica 15 dicembre

Pubblicato:11-12-2019 14:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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Sabato 14 e domenica 15 dicembre al Teatro Tram di Napoli arriva ‘Miracolo’
, lo spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Massa della compagnia siciliana Sutta Scupa.
“Il testo – dichiara l’autore alla Dire – nasce due anni fa all’interno del monastero di Mandanici (Messina), nell’ambito della residenza creativa Write che coinvolge drammaturghi non solo siciliani, ma provenienti da tutta Europa”.
Prima di questo lavoro Giuseppe Massa ha condiviso con il suo maestro Claudio Collovà un’esperienza molto particolare entrando a far parte di “una compagnia eterogenea fatta da attori professionisti, tra i quali anche un giovanissimo Filippo Timi, ma anche da alcuni ragazzi detenuti nel carcere minorile Malaspina di Palermo”. “Da lì – aggiunge – c’è stato poi l’incontro prima con un altro importante maestro, Antonio Latella, odierno direttore della Biennale del Teatro di Venezia, e poi con l’indimenticabile Franco Scaldati, nato nella mia stessa città, che è Palermo”.
É con la nascita della compagnia Sutta Scupa che, però, comincia il suo interessamento allaquestione delle ondate migratorie, in primo luogo attraverso la riscrittura della storia di Sacco e Vanzetti, in cui ad essere immigrati eravamo noi”.
Si arriva così a ‘Miracolo’, dove la storia di due fratelli becchini “precari” a cui viene affidata la sepoltura del cadavere di un immigrato nell’affollato cimitero cittadino, diventa lo spunto per i protagonisti di “innescare ragionamenti e riflessioni che passano attraverso grottesche soluzioni per sbarazzarsi del defunto e culminano nella creazione di una situazione oggettivamente tragicomica, che poi è la chiave di tutto lo spettacolo”.
Tra i temi che il testo affronta – informa Massa – anche “il conflitto di un’umanità che da un lato si mostra cinica, disinteressata e, a volte, brutale, e dall’altro tende alla ricerca del sacro, inteso non in senso strettamente religioso, ma in un senso molto più spirituale”.
In quella dicotomia che divide l’opinione pubblica tra accoglienza e rifiuto dell’ospitalità la compagnia si schiera certamente dalla parte di chi crede fortemente che “non si possa chiudere nessun tipo di frontiera a chi ha bisogno”. D’altronde sulla scena vengono posti proprio degli ultimi e nulla c’è di “accogliente” nella situazione che si ritrovano a vivere.
“Penso – conclude l’autore – che anche attraverso i duri espedienti ricercati dai due fratelli (interpretati da Gabriele Cicirello e Paolo Di Piazza, ndr) per sbarazzarsi del corpo dell’immigrato, dal dargli fuoco al buttarlo nell’immondizia, lo spettacolo si componga di una buona commistione di complessità”. E con ‘Miracolo’ Massa ritorna a Napoli dove ha vissuto due anni e che non manca di definire con affetto “la mia seconda casa”.

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