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Mes, risoluzione di maggioranza approvata con 164 voti a favore

La maggioranza numerica al Senato é fissata a quota 160

Pubblicato:11-12-2019 12:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44
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ROMA – Dopo l’ok della Camera la risoluzione di maggioranza sul Mes (Perilli, Marcucci, Faraone, De Petris) ha ottenuto 164 voti a favore, 122 contrari e 2 astenuti al Senato, dove la maggioranza numerica e’ fissata a quota 160.

ZINGARETTI: “DA PD NETTA E INEQUIVOCABILE SCELTA EUROPEISTA”

“Con il voto di oggi in Parlamento sulle risoluzioni sul pacchetto Ue il Pd ha ribadito e sostenuto la netta e inequivocabile scelta europeista a difesa dei risparmi delle famiglie e delle imprese italiane. Il Governo ed il Premier Conte hanno un mandato forte per vigilare sulla difesa degli interessi nazionali e del sistema Paese”. Così il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti in una nota.

DA AULA CAMERA OK A RISOLUZIONE MAGGIORANZA, 291 SÌ E 222 NO

Questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando alla Camera prima del via libera alla risoluzione della maggioranza sul Meccanismo europeo Salva- Stati, con 291 si’ e 222 no, ha dichiarato: “Il governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio europeo una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere”.


“Le tensioni internazionali, sia politiche sia economiche, impongono di proteggere l’economia europea e la dimensione sociale che rende unico al mondo il nostro continente”, ha proseguito Conte.

“Affinché non appaia contraddittorio- ha aggiunto il premier- l’elemento della ‘protezione’, intendo subito chiarire che, considerando la struttura economica e sociale dell’Europa, ‘proteggersi’ non significa ‘rinchiudersi’, in quanto su scala globale riteniamo che il multilateralismo sia lo strumento migliore per tutelare gli interessi degli Stati membri, a partire dal nostro”.

“L’Italia non ha nulla da temere” dalla riforma del Mes “anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati”, prosegue Conte.

“Bisogna quindi – ha aggiunto il premier- stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione europea. Se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé”.

CONTE: NO A INTERVENTI RESTRITTIVI SU DETENZIONE TITOLI STATO

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte riferendo alla Camera sulla riforma del Mes in vista del Consiglio europeo ha spiegato che il governo ritiene “negativi interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e, comunque, la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, come pure le disposizioni che prevedano una contribuzione degli istituti finanziari all’EDIS in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato”.

CONTE: SU UNIONE BANCARIA CHIEDEREMO TITOLO EUROPEO SICURO

Nei prossimi passaggi del negoziato sull’Unione bancaria – ha assicurato il presidente del consiglio Giuseppe Conte riferendo alla Camera sulla riforma del Mes, in vista del consiglio europeo di domani – l’Italia si fara’ promotrice “dell’introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (EDIS), di un titolo obbligazionario europeo sicuro (io ne ho già parlato nel corso dell’informativa del 2 dicembre, il cosiddetto common safe asset, se mai nella forma di eurobond) e ci impegneremo per una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3, che sono strumenti maggiormente illiquidi, legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”.

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