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Anzaldi contro Fabio Fazio: “Gravissima violazione a Che tempo che fa, intervenga l’Agcom”

Il segretario della commissione di Vigilanza Rai e deputato Pd si scaglia contro la presentazione in diretta del simbolo di Liberi e Uguali

Pubblicato:11-12-2017 08:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:58

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ROMA – Ieri sera Fabio Fazio ha ospitato a ‘Che tempo che fa’ Pietro Grasso, leader di ‘Liberi e uguali’, il quale ha presentato il simbolo del partito. Una scelta che non è andata giù al segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, deputato Pd.

“Gravissima violazione di ogni regola a Che tempo che fa, una faziosità senza precedenti nella prima serata dell’ammiraglia Rai che ha superato ogni limite: uno show di intrattenimento, un varietà che intervista anche uomini politici, è stato trasformato in una trasmissione di propaganda elettorale al servizio del partito di Bersani e D’Alema. Non si era mai visto uno show di intrattenimento trasformato in una tribuna elettorale in cui viene presentato il simbolo di un partito”, scrive Anzaldi su Facebook.

“Nessuno degli altri leader- prosegue – invitati nelle ultime settimane da Fazio ha presentato il proprio simbolo o fatto vedere alcun riferimento di tipo elettorale. Come è stato possibile autorizzare una decisione del genere, gravemente lesiva di qualsiasi regola del pluralismo? Il direttore generale e il direttore di Raiuno lo sapevano e hanno dato il via libera? Dalla diretta si capisce che è stato uno sketch organizzato, addirittura richiesto dal conduttore e dalla trasmissione, con tanti di annunci precedenti. Come è stato possibile? Presenterò un esposto all’Agcom: l’Autorità deve valutare se siano state violate le regole, che tipo di sanzione vada comminata alla Rai e, se il servizio pubblico sarà multato, è opportuno che a pagare venga chiamato anche il conduttore”.


Fazio “con questa ennesima violazione- aggiunge ancora il deputato dem- che si tratti di errore o connivenza, conferma di essere assolutamente inadeguato a gestire interviste politiche. D’altronde viene pagato con compenso milionario come artista e non come giornalista: è evidente che in campagna elettorale non può assolutamente occuparsi di politica. A questo servono le decine di milioni che il servizio pubblico dà a Fazio e alla sua società? A violare ogni regola di deontologia giornalistica in un’azienda che ha oltre 1.700 giornalisti?”.

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