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Unicef, in Medio Oriente e Nord Africa un bambino su 5 ha bisogno di assistenza immediata

Oggi Unicef compie 70 anni: tanti i progressi ottenuti, ma i rischi di conflitto invertono questi risultati. E anche per questo il momento attuale è cruciale

Pubblicato:11-12-2016 15:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:24

bambini siria
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burundi_bambini

ROMA – Secondo l’Unicef, quasi un bambino su cinque in tutto il Medio Oriente e Nord Africa ha bisogno di assistenza umanitaria immediata. Nel corso degli ultimi 70 anni, i paesi in tutta la regione hanno fatto grandi progressi nella protezione dei diritti dei bambini e benessere. Ma, oggi, come sottolinea l’Unicef nel giorno del suo 70° anniversario, violenti conflitti, povertà e spostamenti hanno creato condizioni disastrose per i bambini, spingendo quasi 29 milioni di bambini e bambine al limite, invertendo così decenni di costanti progressi.

bambini_siriani_pokemon_go_2Dopo anni di conflitto in Medio Oriente e Nord Africa i bambini sono sempre più sotto attacco e subiscono il peso maggiore della guerra in metà dei paesi della regione. Si stima che 8,4 milioni di bambini siriani abbiano bisogno di assistenza immediata (riparo, cibo e acqua), rispetto ai 500.000 nel 2012. Quasi mezzo milione di bambini che vivono in zone assediate in Siria hanno ricevuto poco o nessun aiuto in quasi due anni. Quasi 10 milioni di bambini in Yemen sono colpiti dal conflitto e vivono in condizioni critiche, di questi quasi 400.000 a rischio di malnutrizione acuta grave. Un’estrema brutalità contro i bambini è diffusa in Iraq. Secondo i rapporti, sono stati registrati circa 400 violazioni dei diritti dell’infanzia da gennaio 2016. L’operazione militare in corso a Mosul ha spostato quasi 74.000 persone, quasi la metà dei quali bambini. In Sudan, Libia e nello Stato di Palestina, il conflitto ha spinto milioni di bambini fuori dalle loro case e dalle scuole e ha negato loro l’accesso ai servizi di base. Il Medio Oriente e il Nord Africa ospitano rifugiati la metà dei rifugiati e degli sfollati di tutto il mondo, ma rappresentano solo il 5% della popolazione mondiale.


“Guardare indietro sui 70 anni di lavoro dell’Unicef per i bambini rappresenta un motivo di grande orgoglio. Ogni paese della regione ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia, meno bambini muoiono prima dei cinque anni, e i tassi di iscrizione scolastica sono migliorati”, ha dichiarato Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e Nord Africa. “Ma i rischi di conflitto invertono questi risultati per i 157 milioni di bambini in tutta la regione, rendendo il nostro mandato per proteggerli più cruciale che mai.

Unicef Bambini soldato“Questi dati così tristi nel nostro 70° anniversario dovrebbe essere un campanello d’allarme urgente al mondo per lavorare maggiormente affinchè ogni bambino in tutto il Medio Oriente e in Nord Africa possa sopravvivere, crescere e raggiungere il pieno potenziale”, ha detto Cappelaere. “Questa non è una generazione perduta. La storia ci giudicherà: dobbiamo investire di più oggi nei bambini della regione“. L’Unicef sta rispondendo ai bisogni immediati e a lungo termine dei bambini vulnerabili in tutta la regione attraverso erogazione di acqua pulita e servizi igienico-sanitari, servizi sanitari di base, opportunità di apprendimento e di supporto psico-sociale. In Siria e nei paesi limitrofi che accolgono i rifugiati, l’Unicef ha contribuito a vaccinare oltre 21 milioni di bambini contro la polio nel 2016. Quest’anno, oltre 82.000 bambini in Sudan hanno ricevuto un sostegno psico-sociale attraverso gli spazi a misura di bambino e visite a domicilio da parte di operatori sociali. Da gennaio, 4 milioni di bambini in Yemen hanno ricevuto servizi nutrizionali con il sostegno dell’Unicef. Attraverso l’iniziativa “No Lost Generation”, l’Unicef ha contribuito a fornire opportunità di apprendimento formali e informali per i rifugiati siriani in Egitto, Iraq, Giordania e Libano.

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