Getting your Trinity Audio player ready...
|
GENOVA – Due studentesse universitarie di Genova del collettivo Cambiare Rotta si sono incatenate alle colonne del sede dell’Ateneo per chiedere l’attivazione di uno sportello antiviolenza, dopo il caso del professore di Architettura indagato per aver realizzato dei fotomontaggi pornografici servendosi delle fotografie dei volti di alcune studentesse.
“Non ci muoviamo da qui finché non abbiamo una risposta scritta dal rettore Federico Delfino che si prenda la responsabilità di aprire un centro universitario antiviolenza”, promettono.
Intanto, venerdì prossimo è prevista una manifestazione di piazza che unirà la battaglia genovese al “No Melony day” nazionale. La protesta di stamattina fa seguito al presidio della settimana scorsa, quando il collettivo universitario aveva raccolto la solidarietà anche di alcuni docenti.
“Il presidio della settimana scorsa ci ha portato a essere ricevute dalla prorettrice – ricordano le studentesse – ma il dialogo è finito in maniera brusca, con il rifiuto da parte dell’Ateneo di aprire il centro antiviolenza. Il dialogo non ha funzionato perché viene data la colpa alle studentesse che non denunciano episodi di violenza”.
Le ragazze accusano l’intero sistema di essere “marcio perché pone le studentesse in posizione di ricattabilità nei confronti dei docenti. Continuano a subire molestie e abusi di potere perché i docenti sanno di essere protetti dalla governance: anche se vengono sospesi, poi vengono reintegrati”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it