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Nel Lazio fine del campo largo, Conte: “Non possiamo metterci con Renzi o Calenda”

"Non ne facevo una questione di candidato, lo avremmo deciso insieme. Si è preferito scegliere l'interprete designato da Calenda"

Pubblicato:11-11-2022 20:17
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 20:55

conte giuseppe
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ROMA – Il Movimento 5 Stelle nel Lazio non andrà col PD e il Terzo Polo e mette fine al campo largo. Il punto lo mette Giuseppe Conte che, all’indomani della scelta da parte del PD di Alessio D’Amato come suo candidato unico nell’ambito di un accordo col Terzo Polo, in occasione della presentazione del libro di Goffredo Bettini ha detto: “Non possiamo metterci con Renzi che fa il referendum sul reddito di cittadinanza o con Calenda che invoca la militarizzazione dei rigassificatori. Non è la nostra tradizione”.
Poi un’altra stoccata ai Dem, visto che la scelta di D’Amato è arrivata il giorno dopo la conferenza dello stesso Conte che poneva dei punti programmatici netti su cui chiamava il Pd a trattare, tra cui il no al termovalorizzatore di Roma.

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“Il metro del rancore e dell’azione fallosa non sono quelli del nostro agire politico– ha aggiunto- Avevo precisato non ne facevo una questione di indicazione del candidato, avevo detto che quello lo avremmo deciso insieme sulla base della valutazione comune di colui che risulterà il migliore interprete del programma. La risposta è stata che invece si è preferito scegliere l’interprete già designato da Calenda. Benissimo. Però il M5S ha faticato troppo per risalire nel consenso e definire una sua identità e un programma politico chiaro, non possiamo perdere l’anima”, conclude.


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