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“Altro che notizie false, giù le mani dalle elezioni in Turchia”

Nazlican Cebeci, giornalista di Black Post, sulla nuova legge approvata a pochi mesi dal voto di giugno

Pubblicato:11-11-2022 18:31
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 18:31
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(Foto dal profilo Twitter del presidente Recep Tayyip Erdogan)

ROMA – “Una domanda scomoda su un tema caldo, un commento sull’inflazione o un’affermazione critica in vista delle prossime elezioni potrebbero comportare conseguenze gravi” nella Turchia della nuova legge sulle “fake news” approvata dal parlamento a ottobre. A scriverlo è Nazlican Cebeci, giornalista originaria di Istanbul, fra le animatrici di Black Post, testata redatta da giovani giornalisti con radici migranti.

SE LA POLITICA COMBATTE LE NOTIZIE FALSE

“Cosa succede se la classe politica decide di combattere le ‘notizie false’?”, si chiede Cebeci. “In Turchia la proposta di legge sulla disinformazione è stata approvata dalla maggioranza di destra. La legge era molto criticata dai partiti di opposizione e dalle ong per la definizione molto vaga del reato”.
Entrando nel contenuto del provvedimento, il testo evidenzia come “l’articolo 29, il più discusso della legge, prevede pene detentive fino a tre anni per ‘chiunque diffonde pubblicamente informazioni false sulla sicurezza interna ed esterna, sull’ordine pubblico e sulla salute pubblica del Paese con il solo intento di creare ansia, paura o panico nella popolazione, in modo tale da turbare la quiete pubblica’”. Le pene, riferisce inoltre l’articolo, “possono essere aumentate fino alla metà se si utilizzano account anonimi per diffondere la presunta disinformazione”.


ELEZIONI IL PROSSIMO GIUGNO

In questo caso, secondo Cebeci, “la politica decide di combattere le ‘fake news’ ma apre anche una strada per perseguire chi esercita il proprio diritto di esprimersi. La legge non mette sotto pressione solo i giornalisti ma anche gli utenti dei social network”.
Un rischio, anche in vista delle prossime elezioni quindi, previste per il giugno dell’anno prossimo e ritenute fra le più incerte degli ultimi anni per Recep Tayyip Erdogan, che è diventato presidente nel 2014, dopo essere stato per gli 11 anni precedenti primo ministro.

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